di Enzo Moscato regia Carlo Cerciello con Imma Villa scena Roberto Crea suono Hubert Westkemper musiche originali Paolo Coletta
costumi Daniela Ciancio disegno luci Cesare Accetta aiuto regia Aniello Mallardo direttore tecnico Marco Perrella foto di scena Andrea Falasconi
Tempo e luogo: dopo il terremoto del 1980 a Napoli … e oltre.
“Scannasurice” è una sorta di discesa agli “inferi”, post terremoto ’80, di un personaggio dalla identità androgina, nell’ipogeo napoletano dove abita, una stamberga in cui le fanno compagnia i topi (i “surici”), metafora dei napoletani stessi, e i fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘Mbriana al Munaciello. Un viaggio alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e di una quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente. Il personaggio fa la vita, “batte”. E’, originariamente, un “femminiello” dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche. Oltre l’identità sessuale, sono quasi magiche. E’ per questo che ho deciso di farlo interpretare a un’attrice, naturalmente, oltre l’identità sessuale, rendendone evidenti l’ambiguità e l’eccesso. Una volta smontata la sua appariscente identità, resterà in sottoveste e pantofole, indossando, cioè, la solitudine e la fatiscenza stessa del tugurio dove vive.