con Enrico Lo Verso
Uno spettacolo su l’ultimo romanzo di Luigi Pirandello, quello che riesce a sintetizzare il pensiero dell’autore nel modo più completo. L’autore stesso, in una lettera autobiografica, lo definisce come il romanzo “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita. “Uno, nessuno e centomila” è un’opera di lunga elaborazione, di assidua stesura, che accompagna, o per meglio dire informa di sé, il resto della produzione pirandelliana.
Da qui l’idea di una nuova e originale messa in scena, che possa ricercare nuovi specifici per lo spettacolo ma, soprattutto, sappia ridisegnare il rapporto, all’interno dello spazio scenico tra la parola ed il suono.
Uno spettacolo, in cui le parole e i suoni prendono forma di racconto di una voce: una composizione sintattica di parole e suoni, di note e sillabe, di versi e brani, in cui la musica e la narrazione, concorrono alla definizione del pensiero.
La parola diventa la didascalia del suono che diventa forza della parola. Un intersezioni di “linguaggi” che danno forma ad un contenuto. Sempre diverso, mai simile a se stesso, mai scontata. Perché se diverso è il pubblico a cui lo spettacolo si rivolge, e diverso è l’attimo in cui il pensiero prende forma, questa non potrà mai essere predefinita. Un unico testo narrativo, per interpretazione sempre diverse affidate al racconto di Enrico Lo Verso, che mette in scena un contemporaneo Vitangelo Moscarda, l’uomo “senza tempo”.