da L’analfabeta di Agota Kristof
con Patrizia Labianca
Progetto e regia Marinella Anaclerio
Agota Kristof è nata in Ungheria nel 1935. Il padre è un insegnante, l’unico insegnante del suo piccolo paese. A 14
anni entra in collegio. Nel 1956 lascia clandestinamente l’Ungheria. È la storia di una bambina poi
ragazza e poi donna, costretta ad abbandonare la sua terra natale insieme al marito e figlia neonata,
quando l’Armata rossa interviene in Ungheria per sedare le rivolte popolari.In questa autobiografia scarna ma precisa, com’è il suo stile, la Kristof analizza e racconta la natura del suo disagio più grande nella condizione di profuga: la perdita di identità intellettuale. Incapace di esprimersi e di capire cosa le succede attorno, non conoscendo la lingua francese, si definisce muta e sorda. Ed è questo che la messa in scena vuole urlare in silenzio allo spettatore.