di Antonio Tarantino regia Teresa Ludovico con Teresa Ludovico e Roberto Corradino
19 giugno 1815. L’armata francese è in rotta. Napoleone fugge verso Parigi. Namur, ormai un paese di retrovia, è percorso dalla soldataglia inglese e prussiana che, casa per casa, cerca i nemici. E’ notte, nei campi di grano cavalli sventrati, soldati sgozzati, sciabolati, ammassati si confondono nell’oscurità , fra gli arbusti e le fronde . In una capanna fuori Namur , Marta, una vivandiera imperiale, non più giovane ,sta facendo l’amore con Lucien , un imberbe fantaccino che alle pressanti richieste di conferma d’amore da parte della donna, cercherà, fino all’alba, di sfuggire con imbarazzo e finzione. I loro dialoghi crudeli sveleranno universali meccanismi di coppia e la feroce assurdità della guerra.
Marta è una donna che ha scelto di rinunciare alla tranquilla finzione della vita domestica per seguire una libertà che paga a caro prezzo. Ha vissuto tutto , troppo, stanca è pronta anche a morire, ma l’amore per il giovane soldato le restituisce forza e dignità .Lucien, giovane impaurito e confuso, sconvolto dagli orrori della guerra, per salvarsi, propone uno scambio di abiti che innescherà un grottesco gioco di ruoli.
Paura, coraggio ,ribellione, sottomissione, verità, finzione, violenza, tenerezza, odio ,amore ,e la guerra con il suo odore, i suoi colori, i suoi suoni, i suoi nomi, le sue battaglie, la sua geografia, che demolisce ogni costruzione, ogni ordine, ogni grado, ogni certezza e … magma e caos.
Antonio Tarantino, con pennellate mirabili crea un affresco visionario di grande potenza evocativa. I fitti dialoghi dei due personaggi, con la loro bruciante universalità ,travalicano la capanna di Namur e risuonano nell’immensità della notte che si popola di Storia.
L’incontro con Antonio Tarantino
Nel 1982 ho visto lo spettacolo” Stabat Mater” di Antonio Tarantino , interpretato da Piera Degli Esposti, e sono rimasta folgorata da quel potente flusso di parole fatte di carne . Una scrittura magistrale che mi affascinava e mi intimoriva. Quando , qualche anno fa, Marco Martinelli propose, a noi attori del Teatro Kismet, uno studio per la messa in scena de “La casa di Ramallah”, ebbi un tuffo al cuore: ero eccitata dalla proposta e impaurita dalla verbosità della scrittura. Allora, ho avvicinato il testo lentamente , cercando di assorbirlo ritmicamente e, quando mi sono lasciata andare, tutto è stato più semplice. Lo stesso è accaduto nella preparazione di “Piccola Antigone” e “ Cara Medea”, di cui ho curato anche la regia. Questi personaggi, spesso portatori di mitiche ferite, chiedono all’attore di essere incarnati così ,come si presentano: nudi e crudi, senza nessun giudizio.
Frequentando un laboratorio di drammaturgia condotto dall’autore, ho compreso la sua necessità di scorticare le belle parole per trovare la voce, magari rauca, di quella umanità affamata d’amore , ma che ha paura dell’altro, che si sente continuamente minacciata e che vive di doppiezza.
Le storie di Tarantino si svolgono in interni, in spazi chiusi, ma sono sempre il riflesso del fuori e della Storia. Con leggerezza e ironia riesce a coinvolgere lo spettatore in temi di grande impegno sociale.
Un teatro politico?!
Ringrazio di cuore Antonio Tarantino per avermi affidato la prima messa in scena di Namur , testo inedito scritto nel 1998 .
Teresa Ludovico
di Antonio Tarantino regia Teresa Ludovico con Teresa Ludovico e Roberto Corradino spazio e luci Vincent Longuemare costumi Luigi Spezzacatene realizzazioneArtelier collaborazione al movimento Elisabetta Di Terlizzi assistente alla drammaturgia Loreta Guario tecnico suono e luci Gianvito Marasciulo
spettacolo finalista al Premio Ubu 2014 come “migliore novità”
Tournèe
Teatro Civico Matteotti- Moncalieri
martedì 8 marzo (serale)
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