Vittorio,
leggo della tua partenza e il silenzio in cui noi tutti
siamo immersi in questo tempo, si fa ancora più profondo, qualcosa si
sospende. E lì, in quel Mistero, con discrezione, alcune domande si
fanno avanti: sui tuoi ultimi giorni, sulla tua vita che la bella
intervista mi restituisce con limpida chiarezza. E poi arrivano nella
memoria le parole dell’Amleto che Carlo Formigoni ci ha fatto incontrare
con il Kismet, quelle del “tuo” Polonio appassionato: “Ancora qui Laerte?
Vergogna! Il vento soffia già nelle vele e ti si attende. Eccoti la mia
benedizione e cerca di incidere nella memoria questi pochi precetti.
Sii affabile, ma volgare mai. Fa di non cercar lite! Ma se ti accade di
entrarci, vedi che il tuo avversario debba guardarsi da te. Presta
l’orecchio a tutti, ma a pochi la tua voce. Senti il parere di tutti, ma
pensa a modo tuo. Non indebitarti e non prestar soldi, perché chi
presta perde l’amico e i soldi. E infine sii fedele a te stesso.” Sii
fedele a te stesso, è questo Vittorio che hai fatto nella tua vita!?
Così mi sembra da ciò che leggo e l’hai fatto con forza e
determinazione, fino all’ultima soglia. Chissà se hai pronunciato le
parole di Amleto: “Noi sfidiamo i presagi. Anche nella caduta di un
passero c’è una provvidenza particolare. Se è l’ora vuol dire che non è
da venire; se non è da venire vuol dire che è l’ora; se non è l’ora,
l’ora verrà. Ciò che conta è di esser pronti… Il resto è silenzio”
Addio Vittorio, che il viaggio ti sia lieve.
Rossana