Ho avuto il privilegio di conoscere Antonio Tarantino. Un uomo semplice come sempre lo sono i grandi Maestri. Ho messo in scena tre suoi testi: Piccola Antigone, Cara Medea e Namur. Sono profondamente addolorata per la sua scomparsa. Persona speciale, pittore e grande drammaturgo. Lieve, ironico, grottesco, scanzonato e profondamente umano, amava vivere in compagnia degli abitanti della notte. La mia profonda riconoscenza.
“Che fai? piangi anche te vecchio?… Ma cosa vuoi piangere…ormai il fatto è stato fatto, tutto è compiuto e nessuno ha il potere di farci tornare indietro, noi, coi nostri errori, con le nostre colpe…che se solo ci penso mi viene una rabbia…che almeno dio doveva farci con la marcia indietro…che se uno sbaglia una volta nella vita può sempre metterci su un taccone, come quelle delle camere d’aria della bici…Hai bucato? Non c’è problema, qui c’è il taccone e tutto ritorna come prima…i tuoi bambini ritornano al mondo, le ferite si rimarginano e tutti insieme, io e te e le nostre creature ricominciamo a pedalare , per la stradina amorosa del nostro giardino fiorito… Ah, dammi un bicchiere anche a me vecchio rimbambito. Su, vieni appoggiati a me…se sono sopravvissuta a Sobibor e te al silurificio di Pola, vuol dire che stasera un posto qualsiasi per dormire lo troviamo. Anche se Dio non c’è per nessuno.” (da Medea)
Grazie Antonio.
Teresa Ludovico
Ti ricordano, con immenso affetto, tutti gli amici dei Teatri di Bari
Condividi su: