Il sogno di Asterione in scena all’Istituto penitenziario minorile ‘N. Fornelli’ di Bari dal 19 al 21 aprile (ore 20.30). Nel 25esimo anniversario di attività del progetto ‘Sala Prove’, laboratorio teatrale con i giovani detenuti curato da Lello Tedeschi per Teatri di Bari, la Compagnia Sala Prove porta così negli spazi del carcere minorile la storia di Asterione (Signore delle stelle), uno dei nomi con cui era conosciuto il Minotauro, rinchiuso dalla nascita in un labirinto a Creta dal re Minosse. Il testo si ispira a un racconto di Borges (La casa di Asterione), in cui è lo stesso Asterione della propria condizione di prigioniero. Un racconto che è tra i miti fondativi del progetto teatrale Sala Prove, insieme a quelli di Pinocchio e Amleto, perché mostra le principali ragioni per cui fare teatro in un carcere minorile. “Un racconto che è tra i miti fondativi del nostro teatro in Sala Prove, con Pinocchio e Amleto, capace com’è di raccontare poeticamente le ragioni del nostro fare teatro in un carcere minorile – spiega Tedeschi – Racconta un’attesa, l’attesa di Asterione per la propria liberazione attraverso la morte per mano di qualcuno (l’eroe Teseo) che prima o poi sa che arriverà, in quel labirinto. Che è una prigione. Ma anche casa, la sua casa, dove aspettando vive e immagina (sogna?), che qualcuno venga a fargli visita. E (immaginiamo noi) se questo qualcuno fosse il suo liberatore Teseo? Cosa potrebbe accadere?”.
Lo spettacolo conclude il progetto nazionale ‘Per Aspera ad Astra. Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza’ – ideato e capitanato da Carte Blanche/Compagnia della Fortezza e promosso da Acri – Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio SpA – che per la sua V edizione ha visto anche Sala Prove nella rete finalizzata a promuovere e rafforzare progetti attivi o di possibile prossima attivazione all’interno degli istituti penitenziari che mirino alla formazione, al recupero, alla rieducazione e alla risocializzazione del detenuto tramite il teatro nonché le arti e i mestieri propri dell’attività teatrale. Nell’ambito di Per Aspera ad Astra è stato così attivato all’interno dell’Ipm un corso di formazione professionale, diretto dallo stesso Tedeschi, che ha visto come docenti Damiano Nirchio, Vittorio Palumbo, Vincerto Ardito per Sinapsi Produzioni Partecipate e Michele Lucarelli.
Il sogno di Asterione riflette proprio sulla condizione del protagonista, in rapporto a quel luogo, il labirinto, che è casa e prigione allo stesso tempo: “Con questo lavoro stiamo forse a riflettere quanto potremmo essere noi, Asterione, E abitarci tutti, in quella casa prigione labirinto, umani e bestiali a un tempo. Solo che forse, per dirla con Borges, non ne abbiamo più memoria”.
Lo spettacolo è a ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria, inviando copia del documento d’identità all’indirizzo botteghino@teatrokismet.it, entro e non oltre mercoledì 12 aprile. Per informazioni si può chiamare il numero 335 805 22 11.
Dopo il grande successo registrato per le date dal 19 al 21 aprile, con il tutto esaurito delle prenotazioni, lo spettacolo sarà visibile al pubblico anche mercoledì 26 e giovedì 27 aprile, sempre alle 20.30. Obbligatoria la prenotazione anche per le due repliche straordinarie, inviando copia del documento d’identità all’indirizzo botteghino@teatrokismet.it, entro e non oltre mercoledì 19 aprile.
SCHEDA ARTISTICA
Compagnia della Sala Prove/Teatri di Bari
IL SOGNO DI ASTERIONE
da Borges (e Beckett) in scena Alessio S. e Francesco Barbieri drammaturgia e regia Lello Tedeschi impianto scenico Vittorio Palumbo costumi Annamaria Lupacchino scene e costumi realizzati con Alessio S., Antonio F., Brian P., Bryan M., Cristian P., Christian A., Gianluca P., Giuseppe S., Matteo N., Paolo William B., Simone R. documentazione video Vincenzo Ardito, Michele Lucarelli con Brian P., Bryan M., Giuseppe S., Simone R. assistenza e cura organizzativa Anna Ranieri
Asterione (Signore delle stelle) è uno dei nomi del Minotauro, il mostruoso essere mezzo uomo e mezzo toro, umano e bestiale a un tempo, rinchiuso dalla nascita in un labirinto a Creta dal re Minosse per la sola colpa (non sua) di essere nato da una insana passione di Pasifae, moglie dello stesso Minosse, con un magnifico toro che il re non ha voluto sacrificare a Poseidone (che per questo si vendica facendo innamorare perdutamente Pasifae dell’animale). Borges gli ha dato voce in un racconto intitolato La casa di Asterione, in cui è lo stesso Asterione a raccontare di sé, della propria condizione di prigioniero. Un racconto che è tra i miti fondativi del nostro teatro in Sala Prove, con Pinocchio e Amleto, capace com’è di raccontare poeticamente le ragioni del nostro fare teatro in un carcere minorile.
Racconta un’attesa, l’attesa di Asterione per la propria liberazione attraverso la morte per mano di qualcuno (l’eroe Teseo) che prima o poi sa che arriverà, in quel labirinto. Che è una prigione. Ma anche casa, la sua casa, dove aspettando vive e immagina (sogna?), che qualcuno venga a fargli visita. E (immaginiamo noi) se questo qualcuno fosse il suo liberatore Teseo? Cosa potrebbe accadere? Asterione potrebbe fingere di non riconoscerlo, Teseo. E questi invece, giunto al centro del labirinto, potrebbe pian piano riconoscere in Asterione parti di se stesso, come davanti a uno specchio deformato. E rimanerne affascinato, incuriosito, come davanti a un altro possibile se stesso. Plausibile, per l’immaginazione del nostro Asterione. In fondo è la sua voce stessa a ricordarci che la sua casa prigione si allarga a dismisura, fino farsi mondo intero e poi infinito. E Teseo potrebbe aspettare, a compiere il suo gesto. Procrastinarlo. Accettando di giocare all’attesa con Asterione come Vladimiro con Estragone all’attesa di Godot. All’infinito. Ritrovando inevitabilmente se stesso, in quell’Asterione. Perchè nulla, per Asterione, sembra esistere al di fuori di se stesso: “Soltanto due cose sembrano esistere una sola volta: in alto, il sole, in basso, io, Asterione. E forse fui proprio io a creare le stelle e il sole e questa enorme casa, ma non me lo ricordo…”
Ecco. Con questo lavoro stiamo forse a riflettere quanto potremmo essere noi, Asterione. E abitarci tutti, in quella casa prigione labirinto, umani e bestiali a un tempo. Solo che forse, per dirla con Borges, non ne abbiamo più memoria…
Lello Tedeschi
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