di ROBERTO SAVIANO
scrittura e regia di MARIO GELARDI
con VITO AMATO, EMANUELE CANGIANO, CARLO DI MARO, FRANCESCO FERRANTE e con ANTONELLA ROMANO
musiche originali MOKADELIC
scene VINCENZO LEONE
costumi RACHELE NUZZO
disegno luci LOÏC FRANÇOIS HAMELIN
aiuto regia MARIO ASCIONE
collaborazione ai dialoghi LEONARDO TOMASI
illustrazione MARIA TERESA PALLADINO
foto di scena RENATO ESPOSITO
Dopo Gomorra (2007), Santos (2010) e La paranza dei bambini (2017), continua la collaborazione artistica tra Roberto Saviano e il drammaturgo e regista Mario Gelardi, con un nuovo spettacolo tratto da uno degli ultimi romanzi dello scrittore.
I protagonisti sono tre ragazzini assoldati dalla camorra come vedette, il cui compito è giocare a calcetto in una piazza e avvisare quando arriva la polizia o qualcuno sospetto. Saviano racconta l’adolescenza di questi ragazzi costantemente divisi tra la passione per il calcio e i soldi facili della delinquenza. È la storia di un talento e di come quel talento non sia sufficiente se nasci nel luogo sbagliato.
Questa favola nera è raccontata dai tre protagonisti che si danno la staffetta durante lo spettacolo: un misto tra narrazione ed azione molto dinamica. Tutta la storia è vista sotto lo sguardo a volte disilluso di una giovane madre consapevole del destino che tocca al figlio. Una donna risoluta ma senza illusioni. Una madre simbolo della città e dell’impossibilità di proteggere i propri figli dal male.
La storia è ambientata a Napoli, ma non è necessariamente napoletana, rievoca, infatti, il cinema di Ken Loach (Sweet Sixteen, My name is Joe).