Abramo

Teatro Kismet

Abramo

ABRAMO – Teatri di Bari
Teatro Kismet: Martedì 14 marzo 2017 ore 11.00 e da Mercoledì 15 a Venerdì 17 ore 10.00


 NB I contenuti di questa pagina compongono la scheda didattica
che è possibile richiedere a scuole@teatridibari.it


Lo Spettacolo

Teresa Ludovico – Augusto Masiello
Abramo

Ci sono storie antiche quanto il mondo, storie incise sulla pelle degli uomini, storie che si tramandano di generazione in generazione, di mare in mare, di terra in terra. Ecco il nostro Abramo che possiede migliaia di pecore che brucano l’erba di una terra benedetta dal Signore. Ecco Sara, sua moglie,che accudisce Isacco, il suo unico figlio, dono ricevuto quando ormai era impossibile sperarlo. Ecco i viandanti, venuti da molto lontano, che chiedono ad Abramo di sacrificare il giovane Isacco. Il nostro Abramo impugnerà il coltello del sacrificio e alzerà il braccio…in nome del Signore, il suo Signore onnipotente, in nome della fede, la sua fede. Il nostro Abramo é un riflesso dell’illustre antenato e il suo Signore é un fantasma dominato come lui dall’ira, dall’invidia, dalla vendetta e dalla paura, paura di cedere il bastone del comando, paura dell’altro, degli altri che cavalcano l’onda, le dune del deserto e si presentano alle porte per reclamare una primogenitura o un pezzo di terra. Allora bisogna difendersi e non abbassare mai la guardia. Il nostro Abramo é una maschera delirante, grottesca che trasforma, con la sua scelta ottusa, la sua casa in un cumulo di macerie. Di secoli in secoli…ecco il nostro tempo.

Teresa Ludovico

In Abramo si esprime un conflitto fra due concezioni della fede; ed è un conflitto che non si vuole risolvere, poiché lo spettatore deve risolverlo per conto suo. Il tema, o meglio, i temi proposti sono emblema di un’analisi irrisolta fra voci diverse; concezioni, idee e ideali accesi da profonde, intense e, talvolta, estreme emozioni. Il teatro s’impone come luogo naturale per inscenare un simile confronto, in cui i personaggi sono coinvolti sull’intero spettro della loro umanità.

(dall’intervista ad Ermanno Bencivenga, www.liminateatri.it, Maggio 2015)

Di: Ermanno Bencivenga
Adattamento e regia: Teresa Ludovico
Con: Augusto Masiello, Teresa Ludovico, Christian di Domenico, Michele Altamura, Gabriele Paolocá, Domenico Indiveri


La Compagnia

TEATRI DI BARI

Per la prima volta in Puglia prende forma una collaborazione organica tra due strutture teatrali consolidate come il Kismet e l’Abeliano. Queste, raccogliendo la nuova sfida ministeriale danno vita al Consorzio Teatri di Bari, riconosciuto dalla Commissione consultiva per la prosa del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, TRIC – Teatro di Rilevante Interesse Culturale, per il triennio 2015-2017, unico in tutto il Sud Italia. Il punto di forza dei Teatri di Bari è quello di mettere assieme due realtà che negli ultimi 45 anni si sono battute per radicarsi sul territorio, convinte della necessità di un teatro come motore di cultura per le nuove generazioni e del ruolo sociale e civile che un teatro ha nel suo contesto. Il Kismet, Stabile d’innovazione per l’infanzia e la gioventù che ha puntato tutta la sua poetica sull’attenzione ai giovani, incontra l’Abeliano che ha indirizzato la propria attività sul lavoro dell’attore e sulla grande tradizione teatrale italiana per non tacere della ricerca nell’ambito delle tradizioni popolari per rendere vivo il rapporto con l’identità e il territorio. Mettendo assieme due strutture prima indipendenti, Teatri di Bari prende il meglio della loro reciproca vocazione, con l’obiettivo di rigenerarsi nel dialogo con le nuove generazioni di artisti e compagnie pugliesi. Un teatro che non fa discriminazione di genere, che sposa l’idea di teatro popolare nel suo senso più vero, proponendo una ricerca artistica che accoglie diversità di radici, di genere, di gusto. Punto forte di Teatri di Bari è la concezione di un teatro come casa di cultura, aperta al dialogo, in cui lo spettacolo diventa propulsore che alimenta, tutto attorno, forme molteplici di incontro con gli spettatori, con gli altri linguaggi artistici, con le altre realtà culturali.

KISMET

Produrre, promuovere e diffondere arte scenica in tutti gli ambiti della vita culturale e sociale è uno degli obiettivi che il Teatro Kismet OperA ha prefigurato fin da i suoi esordi. Il Kismet nasce a Bari nel 1981 come compagnia teatrale ragazzi per iniziativa di giovani attori provenienti da una scuola universitaria di formazione all’attore diretta da Carlo Formigoni; seguendo poi il suo “felice destino” – kismet in sanscrito – viene riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Teatro Stabile d’ Innovazione. Nel 1989 inaugura la sua casa teatrale scegliendo, volutamente un ex caannone industriale, luogo preposto a valorizzare un’idea di teatro come officina artistica, fucina di idee, luogo d’incontro, centro di cultura e di dialogo permanenti. Negli anni l’Opificio per le Arti Kismet OperA configura sempre più la sua attività attraverso differenti percorsi produttivi e si fa polo di attrazione di artisti italiani e stranieri, diventando modello di mediazione tra il teatro e le altre forme di creazione quali la scrittura, la pittura, il video, la fotografia, la musica. Un teatro sempre aperto, che alla produzione di spettacoli e all’ospitalità di altre compagnie teatrali, unisce proposte di formazione, incontri e laboratori per le scuole, percorsi di ricerca drammaturgica, rassegne musicali, attività volte al dialogo e al confronto sui temi fondanti della cultura e, in sostanza, della socialità stessa. Un teatro sì fatto ha dunque necessariamente bisogno, al suo interno, di uno spazio “altro”, un luogo neutro capace di accogliere l’eterogeneità dell’ospite, un luogo in cui poter collocare liberamente l’emozione dell’arte. Ed è una grande sala con bar, un foyer arioso e brillante, giallo come il sole, lo spazio preposto a far sì che tutto ciò possa accadere, che ci sia un “prima” e un “dopo” lo spettacolo, una continua contaminazione di forme artistiche e di linguaggi, un’occasione per trascorrere l’intera serata in compagnia delle maestranze e degli attori padroni di casa

ABELIANO

Il Gruppo Abeliano nasce nel 1969, sull’esperienza dei gruppi teatrali di base. Nel 1973 sotto la direzione artistica di Vito Signorile si costituisce in cooperativa, la prima in Puglia nel settore Spettacolo, presidente Beppe Lopez, ottenendo lusinghieri successi e riconoscimenti istituzionali. Sin dagli esordi ha gestito anche un suo spazio teatrale; da quello allestito in piazza Garibaldi al seminterrato di viale Giovanni XXIII, dal Teatro Abeliano di Via Della Costituente, in cui ha operato per circa 33 anni, all’attuale Nuovo Teatro Abeliano, giudicato tra i più bei piccoli teatri d’Italia (progetto dell’Architetto prof. Luca Ruzza). Fin dall’inizio l’Abeliano si caratterizza per la qualità della sua attività di produzione e ospitalità. Rassegne di sperimentazione come “Ricerca 1” nel 1972, “Ricerca 2” nel 1973, “Ricerca 3” nel 1974, “Circuito nazionale Teatri sperimentali” nella stagione 1981-82, sono realizzate in collaborazione con l’Ente Teatrale Italiano. Con gli anni ottanta si avvia una lunga e proficua stagione di importanti rassegne che registrano la presenza di grandi interpreti della scena nazionale e Convegni Internazionali. “Prova col teatro” ospita, tra gli altri, Franca Valeri, Carlo Dapporto, Carlo Cecchi, Nando Gazzolo, Manuela Kusterman, Barry McGovern, Paolo Bonacelli, per citarne solo alcuni. “Omaggio a Strindberg” in collaborazione con l’Ambasciata di Svezia e il Teatro Petruzzelli, “L’Autore italiano” e “Omaggio a Leopardi” in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari. La pubblicazione dei periodici “Prova – appunti e schermaglie di teatro” e “Barisera”. Gli anni novanta si aprono con un nuovo progetto di ospitalità del Teatro Abeliano che affronta lo studio sul lavoro dell’Attore con “Actor”, una rassegna che registra la presenza di tantissimi grandi protagonisti della scena italiana, (ospiti tra gli altri Arnoldo Foà, Valeria Valeri, Paolo Ferrari, Mario Scaccia, Enrico Maria Salerno, Carlo Giuffrè, Valeria Moriconi ecc.). Anche nelle produzioni (più di settanta accumulate in oltre quarant’anni di attività) la compagnia si avvale di prestigiose collaborazioni esterne (registi come Giancarlo Nanni, Pino Manzari, John McRae, Antonio Salines), e affronta con lusinghiero successo le grandi piazze nazionali. Dal teatro politico ai grandi classici, agli autori contemporanei, alle produzioni scolastiche e per ragazzi, al teatro popolare (Ragù lo spettacolo sulle tradizioni orali del popolo barese ha totalizzato oltre 1600 repliche). Il Teatro inteso anche come servizio sociale, il coinvolgimento del mondo della scuola, la politica dei prezzi accessibili alle fasce sociali svantaggiate, fanno dell’Abeliano un importante e apprezzato punto di riferimento culturale per la città. Con il 2015 parte una nuova grande avventura con Teatri di Bari, riconosciuto dal Ministero dello spettacolo Teatro di Rilevante Interesse Culturale.

http://www.teatridibari.it


Chi l’ha gia’ visto

“Attraverso uno scontro irrisolto dalla storia di tutti i tempi e affidato a voci diverse, Ludovico mette in scena una genesi mai conclusasi, specie in rapporto al male, dove la terra affollata di uomini e donne, che non hanno più altra regola e parola fra loro se non quella della guerra, insanguina anche in quella parte in cui si cerca di mantenere invano la purezza, il calore come della lana di branchi di uomini-bestie che hanno solo il colore del sangue.”

Gianfranco Visitilli – Repubblica.it / Bari

“La riduzione drastica ma magistrale compiuta sulla drammaturgia da Teresa Ludovico – che cura anche la regia e si riserva il non semplice ruolo di Sara – nulla toglie alla densità e problematicità dello scritto. Anzi in qualche modo ne aumenta l’aria di mistero e ne sposta il baricentro verso la figura femminile di moglie e madre, definendo, in maniera netta e conflittuale, intuizioni già presenti nel lavoro di Bencivenga.”

Nicola Viesti – Hystrio

“Scarti dalla tradizionale lettura biblica, nel testo di Bencivenga, con pluralità di finali, ambiguità di soluzioni aperte al capovolgimento di percorso e di senso. Resta ben saldo il destino crudele di una fede destinata a colare sangue, un sangue che non basta la dolcezza della poesia (quella di Pasolini alla madre) a detergere.” 

Pasquale Bellini – Gazzetta del Mezzogiorno


Prima della visione: spunti

Le parole della bibbia

Genesi 22

1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 2 Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». 3 Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. 4 Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. 5 Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». 6 Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt’e due insieme. 7 Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». 8 Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt’e due insieme; 9 così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. 10 Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. 11 Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 12 L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». 13 Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. 14 Abramo chiamò quel luogo: «Il Signore provvede», perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore provvede». 15 Poi l’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta 16 e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, 17 io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. 18 Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce». 19 Poi Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.


La casella di posta elettronica info@casadellospettatore.it 
è a disposizione di quanti vogliano stabilire un contatto diretto 
con lo Sportello didattico dei Teatri di Bari, per confrontare 
esperienze, spunti e modalità di impiego delle schede

 

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