Ahia!

Teatro Abeliano

Ahia!

Teatri di Bari / Senza Piume Teatro
dal 12 al 16 dicembre 2016

 


NB I contenuti di questa pagina compongono la scheda didattica
che è possibile richiedere a scuole@teatridibari.it


Lo spettacolo

C’è uno strano luogo pieno di lettini tutti ordinati e messi in fila, ognuno col suo comodino e la sua finestra. Solo uno sembra ospitare qualcuno che dorme: è notte, tutto tace. Improvvisamente suona una sveglia, un suono fortissimo accompagnato da una musica trionfale. L’addormentato si sveglia di soprassalto: è una vecchina che cerca i suoi occhiali e si guarda attorno smarrita. La sveglia è in realtà l’insistente squillo di un telefono. La donna lo cerca e lo trova nel suo comodino, titubante risponde. All’altro capo del telefono c’è una voce misteriosa e gentile che le fa la solita proposta: “Nascere!”. Si capisce che quella vecchina è un’ “anima” e quella specie di infinito dormitorio è il luogo dove le anime di tutti gli esseri viventi si preparano e attendono il momento per venire al mondo. A quanto pare tutti sembrano essere entusiasti della cosa e non vedono l’ora che arrivi il loro turno, eccetto quell’anima un po’ capricciosa che a furia di rimandare è diventata…vecchia. Il rifiuto arriva anche questa volta e così il Direttore, entità misteriosa che dall’alto sovrintende al traffico delle nascite, è costretto a mandare personalmente un suo fidato collaboratore. Ecco dunque comparire, magicamente dietro le ante di una finestra, un Topo, un impiegato che dalla notte dei tempi svolge le sue mansioni nell’Ufficio Nascite, spostato proprio lì eccezionalmente e per l’occasione. Il suo compito è quello di convincere quell’anima a nascere visto che il suo tempo è quasi scaduto e non si può attendere oltre; ma per non incappare nei temuti rimproveri del Signor Direttore egli dovrà ottenere il consenso volontario della donna in fretta, senza violare i regolamenti e dunque senza inganni o trucchi. Ma l’anima in questione sembra irremovibile e le sue motivazioni sembrano parecchio sensate: si è saputo che sulla Terra esiste una cosa terribile a cui nessuno sfugge e che prima o poi fa dire a tutti “Ahia!”. C’è chi lo chiama Dolore, altri Fatica, Delusione, Tristezza: ad ogni modo pare proprio che nascere (e vivere) non sia questo granché…

La pressione del Direttore sul Topo è incessante e il telefono squilla in continuazione mentre il povero funzionario nel frattempo continua l’attività ordinaria facendo nascere esseri di ogni tipo: balene, elefanti, ecc. Ogni essere vivente ha in dote una piccola valigia dentro la quale ci sono degli oggetti, piccole cose simboliche che riassumono le cose salienti del loro destino. Il più importante di questi è proprio il “Libro dei Ricordi Futuri”, dove di quel destino è scritto proprio tutto (o quasi) con tanto di fotografie e illustrazioni. Temendo rimproveri o addirittura di non ricevere l’agognata promozione, il Topo decide di ingannare la Donna proponendole un patto: apriranno la sua valigia per vedere se ci sono degli “Ahia!” e buttare via tutto ciò che non è bello e gioioso. Anzi, la Donna potrà scrivere la sua storia, felice e perfetta come la più innocua delle fiabe; il Topo ne prenderà nota e inserirà quelle nuove pagine nel famigerato Libro dei Ricordi Futuri. La Donna accetta entusiasta e non si accorge dell’inganno. Ma spesso il meccanismo sembra incepparsi… Questa vita tutte rose e fiori, anche solo a raccontarla, non pare possibile perché gli Ahia! sembrano in agguato ovunque. E così il Topo è costretto ogni volta ad inventarne una diversa: un coinvolgente telequiz in cui vincere gioia e felicità, buffe pantomime in cui, maldestramente e di malavoglia, si presta ad interpretare i personaggi della vita inventata dalla donna per facilitare e soprattutto velocizzarne l’invenzione. Il suo unico obiettivo è strappare la sua firma sui documenti di nascita e ritornare al suo solito lavoro incassando un encomio dal Direttore. Ma i suoi problemi non sembrano terminati: da tempo il funzionario ha a che fare con un buffo uccello colorato che, contrariamente alla Donna, vorrebbe tanto nascere, ma non può perché i suoi simili si sono ormai estinti da secoli. Si chiama Dodo e tenta di eludere la sorveglianza del Topo in tutti i modi. Il Dodo e la Donna diventeranno amici riuscendo persino a strappare al Topo la promessa di far nascere entrambi per poi passare la vita assieme e senza Ahia! per nessuno dei due. Gli inganni del Topo sortiscono il loro effetto e finalmente la Donna firma i documenti e accetta di nascere, non immaginando che la sua vita sarà in realtà ricca anche di piccoli grandi Ahia! così come quella di tutti gli esseri viventi. Ma ecco arrivare il Direttore in persona, una muta e autorevole presenza che smonterà in un attimo l’artificio messo su dal Topo offrendo alla Donna la possibilità di guardare per davvero nel suo Libro dei Ricordi Futuri. Nella storia futura della Donna ci saranno certamente delle sofferenze, delle rinunce, dei dispiaceri: le immagini del futuro scorreranno sotto gli occhi di tutti. Eppure a sorpresa la Donna deciderà di nascere ugualmente, ritrovando in quelle foto, nonostante tutto, la gioia dei sogni appena fatti. La Donna si avvierà verso la sua vita più consapevole e incredibilmente felice del destino che la attende.

Produzione: Teatri di Bari
Ideazione:
Senza Piume Teatro
Con: Lucia Zotti e Raffaele Scarimboli
Progetto, testo e regia: Damiano Nirchio
Collaborazione alla drammaturgia e alla regia: Anna de Giorgio
Realizzazione Pupazzi: Raffaele Scarimboli
Luci e suoni: Carlo Quartararo
Scene: Bruno Soriato
Costumi: Cristina Bari
Cura del movimento: Anna Moscatelli
Ombre e video-making: Punes
Tecnica utilizzata: teatro d’attore e teatro di figura
Fascia d’età: dai 6 anni in su


La compagnia

Per la prima volta in Puglia prende forma una collaborazione organica tra due strutture teatrali consolidate come il Kismet e l’Abeliano. Queste, raccogliendo la nuova sfida ministeriale danno vita al Consorzio Teatri di Bari, riconosciuto dalla Commissione consultiva per la prosa del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, TRIC – Teatro di Rilevante Interesse Culturale, per il triennio 2015-2017, unico in tutto il Sud Italia. Il punto di forza dei Teatri di Bari è quello di mettere assieme due realtà che negli ultimi 45 anni si sono battute per radicarsi sul territorio, convinte della necessità di un teatro come motore di cultura per le nuove generazioni e del ruolo sociale e civile che un teatro ha nel suo contesto. Il Kismet, Stabile d’innovazione per l’infanzia e la gioventù che ha puntato tutta la sua poetica sull’attenzione ai giovani, incontra l’Abeliano che ha indirizzato la propria attività sul lavoro dell’attore e sulla grande tradizione teatrale italiana per non tacere della ricerca nell’ambito delle tradizioni popolari per rendere vivo il rapporto con l’identità e il territorio. Mettendo assieme due strutture prima indipendenti, Teatri di Bari prende il meglio della loro reciproca vocazione, con l’obiettivo di rigenerarsi nel dialogo con le nuove generazioni di artisti e compagnie pugliesi. Un teatro che non fa discriminazione di genere, che sposa l’idea di teatro popolare nel suo senso più vero, proponendo una ricerca artistica che accoglie diversità di radici, di genere, di gusto. Punto forte di Teatri di Bari è la concezione di un teatro come casa di cultura, aperta al dialogo, in cui lo spettacolo diventa propulsore che alimenta, tutto attorno, forme molteplici di incontro con gli spettatori, con gli altri linguaggi artistici, con le altre realtà culturali.

http://www.teatridibari.it/


Chi l’ha già visto

“Ahia” di Teatri Di Bari su progetto di Senza Piume teatro per una drammaturgia di Damiano Nirchio che ripete con ancora più grazia e divertimento il già notevole esito di “Dalla parte del lupo” si interroga sulla vita e sul suo senso. Sul palcoscenico è ricostruito da Bruno Soriato un fantasioso “Ufficio Nascite “, luogo dove le anime si preparano a nascere per la prima o per l’ennesima volta, in cui un impiegato Topo, seguendo le direttive del Supremo Signor Direttore, smista le nuove partenze . Ora purtroppo c’è un problema: mentre balene ed elefanti sono molto contenti di nascere, una piccola anima proprio non ne vuole sapere di venire al mondo. E’ una donna anziana che non ne vuole proprio sapere di dover soffrire e proprio sin dall’inizio, non ne vuole sapere della paura del Dolore e delle piccole e grandi difficoltà: la fatica, la delusione, la paura di non farcela, la malattia.

da www.eolo.it” a cura di Mario Bianchi


Prima della visione: spunti

A) Letture e…

“Cos’ero prima di me?
E dove?
Mi faceva il cielo.
Mi facevo, dico perché, ero niente dentro a tutto quanto.
Ero niente dentro tutti.
Ero tutti e tutto.
Mi facevo il tutto. Proprio.
Mi faceva con le mani la sabbia.
E l’acqua nella sabbia.
Morbida, la sabbia.
Molle la mia forma.”

Titolo: Prima di me
Autrice: Luisa Mattia
Illustrazioni: Mook
Editore: Topipittori

“Prima di me è la voce di un bambino che sussurra domande e trova risposte in ciò che lo circonda. Prima di me è “il suono della vita al suo esordio”, come dice l’editore Topipittori parlando del libro, un viaggio nel tempo e nello spazio sulla linea di confine tra ciò che esiste e ciò che ancora non c’è, ma ci sarà. Ecco. Prima di me non c’era niente. Invece no. Prima di me c’erano tutti. Tutti quelli che conosco. E c’era il mare, c’erano gli alberi e il gelato. Ci sono ancora. Anch’io. A guidarci in questo viaggio è Luisa Mattia, che riesce a raccontare la complessità della vita con le parole più semplici ed evocative che esistano, quelle della materia che ci circonda e che è parte di noi: fuoco, acqua, vento, tuono, luce, aria. E poi la parola, che donando un nome alle cose, ci permette di raccontare il mondo.  Il tempo: il prima, l’adesso il poi. I pensieri sono quelli di un bambino che c’è, non c’è, ci sarà, ma le riflessioni sono quelle di tutti noi e la grandezza di questo libro è proprio quella di toccare temi universali e complessi come il tempo e la vita con leggerezza, profondità e poesia. Girava la risata e disegnava. Ero un segno sul foglio. Solo un segno. A matita. La matita, ero. Ero il non-so sul foglio bianco. Una traccia, un silenzio, una voce muta. Poi non ero più un non-so. Si fondono con le parole, le illustrazioni astratte e simboliche dai colori caldi e intensi di Mook, Francesca Crisafulli e Carlo Nannetti: artisti, scultori, incisori e designer multiformi.

Una festa di colori e forme, una poesia da sussurrare e urlare, un racconto brevissimo eppure incredibilmente evocativo, un libro per chi ama riflettere e immaginare, sapere quanto siamo grandi e piccoli allo stesso tempo e gioire dell’essere qui e ora nel mondo.”

Ilaria Cairoli – Panorama.it

B) visioni.

cliccare sui titoli per guardare i brani

1 Prima dell’inizio…

2 Si parte!

3 Di chi è questo corpo? 

4 Non sono solo 

5 Prime responsabilità 

6 Equivoci 


La casella di posta elettronica info@casadellospettatore.it 
è a disposizione di quanti vogliano stabilire un contatto diretto 
con lo Sportello didattico dei Teatri di Bari, per confrontare 
esperienze, spunti e modalità di impiego delle schede

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