di ANNIBALE RUCCELLO
regia CLAUDIO TOLCACHIR
con VALENTINA PICELLO
scena COSIMO FERRIGOLO
luci FABIO BOZZETTA
foto di scena LUIGI ANGELUCCI
Il perdono e la carità implicano l’accettazione totale della natura umana, che include il crimine, che non è altro che una grande concentrazione di sofferenza.
Angelica Liddell
Un testo che indaga il ruolo della donna nel tempo. L’indipendenza, la prospettiva di futuro, la solitudine, la mancanza di mezzi e di risorse. Con umorismo pungente e assurdo questa pièce ci conduce attraverso i labirinti della mente di un personaggio inconsueto, pieno di contraddizioni. Commovente e imbarazzante allo stesso tempo. Ciascuno di noi potrebbe conoscerla, incrociarla nella propria vita; ma potremmo anche essere lei. Sentirci così impotenti da prendere le decisioni peggiori. Una proposta molto netta: questa donna, il pubblico, e la vita in mezzo a loro. Lo humor e la tragedia mischiati. Quel sorriso doloroso che ci attraversa e non ci lascia indifferenti.
Claudio Tolcachir
La scena affaccia sulle macerie di una vicenda che continuamente ritesse se stessa, «in un vago altrove, tra il Vero e l’immaginario» dove – nelle parole di Nathaniel Hawthorne – «possono entrare gli spettri senza terrorizzarci»; dove «una forma amata un tempo ma ora scomparsa, se ne sta lì […] con un aspetto che ci lascia incerti a dubitare se stia tornando da molto lontano o se non si sia mai veramente staccata dal suo posto accanto al nostro fuoco».
Condividi su: