Rassegna a cura di Nicola Lagioia
Viviamo un tempo difficile, un presente fatto di guerre, ingiustizia, incomprensioni, e un futuro quantomai incerto. Il “racconto pubblico” (quello offerto dalla politica e dai media) sembrerebbe dare poco spazio alla speranza. Poi, però, c’è un altro tipo di narrazione. È il racconto delle scrittrici e degli scrittori, quello che si affida alla possibilità di una nuova lingua, alla forza trasfiguratrice delle storie. Se così il “racconto pubblico” parla delle catene che ci opprimono, il “racconto letterario” quelle catene può provare a spezzarle, e può sgombrare l’orizzonte facendoci intravedere un panorama diverso, un altro possibile mondo. Il presente è pieno d’“ombra”, ma la “grazia” – come insegna Simone Weil – può essere affidata alla parola. Ritanna Armeni, Mario Desiati, Fabio Stassi e Antonella Lattanzi sono le voci che, al teatro Kismet, da gennaio ad aprile, proveranno a parlarci in modo diverso, a donarci un nuovo paio d’occhi attraverso le loro storie.
Antonella Lattanzi, con “Tre”, affronterà a viso aperto una vicenda in cui desiderio e paura della maternità, fecondazione assistita, gravidanza, aborto, sessualità, catastrofe e rinascita, trovano proprio nel racconto (e forse solo attraverso il racconto) la propria ricomposizione e un possibile riscatto.
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