di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista e Neilson Bispo Dos Santos
habitat: Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza
assistente alla creazione: Massimo Camilli
liberamente associato a ‘Manuale di zoologia fantastica’ di J.L. Borges e M. Guerrero
luci e tecnica: Daria Grispino
organizzazione: Marta Gagliardi, Stefania Saltarelli
foto di scena: Stefania Saltarelli
macchinista: Andrea Zanarini
sartoria Silvana Ciofoli
metalli CISALL
Tre prologhi, un corpo
Un uomo steso fa le veci del tiranno.
E cede il passo all’atleta di Dio che volteggia sulle sbarre con le braccia della disperazione.
E poi un nano, più basso delle sue ambizioni, che usa lo scuro per fare, e la luce per dire.
Frattanto qualcuno cade dall’alto e si infila i piedi nella gola.
E quindi la realtà figurata delle vittime del povero consumo, connotate da assenza di astrazione, con il
padrone unto dall’autorità del denaro.
Ma si affaccia Bahamuth, l’essere supremo, che dopo breve apparizione si sottrae al tempo e al giudizio.
E il gran finale, con i personaggi a fare la figura degli sguatteri mentre l’autore che li muove è il gerarca dalla
lingua biforcuta.
L’autore è il male dell’opera.
La scatola, giocattolo di metallo, legno, stoffa verde e aria, determina un vincolo formale e provoca
un’urbanizzazione dello spazio composto di piani d’aria, definiti da rette quasi mai parallele.