di Nunzia Antonino e Carlo Bruni
Fondandoci sulla novella “La signorina Else” di Arthur Schnitzler, scritta come monologo interiore nel 1924, sotto le stesse influenze che avrebbero dato corpo alla psicanalisi di Freud, siamo partiti dall’adolescente in vacanza e dal suo dramma, alimentato da un debito del padre nei confronti di un laido signor Dorsday. Debito che lei è invitata a estinguere con “strumenti” ritenuti ormai comuni, perciò lontanissimi dal produrre scandalo, ma ancora oggi “perfettamente” in grado di alimentare le tragiche conseguenze svolte dal racconto.
La nostra direzione è condizionata dall’anagrafe: Else non è la diciannovenne dell’originale, piuttosto lo è stata. Rimasta impigliata nella lettera che scatenò il dramma, è alle prese con lo
stesso Veronal di allora: medicinale ormai però fuori moda; veleno inadeguato al ruolo e dunque anche inutile a domare il reiterato dolore. La nostra Else vive in un mondo sordo, immerso in una crisi culturale, non dissimile da quella che ispirò Schnitzler: fonte di ossessioni, nel migliore dei casi in grado di condurre alla follia. Hanno dato origine a questa ricerca: l’amicizia con Giuseppe Farese, traduttore dell’opera e la sollecitazione di un curioso bancario, interessato a indagare il peso che un debito può ancora avere sulle anime sensibili.
(Carlo Bruni)
liberamente ispirato all’opera di Arthur Schnitzler “La signorina Else” nella traduzione di Giuseppe Farese
di Nunzia Antonino e Carlo Bruni
con Nunzia Antonino
regia Carlo Bruni
una produzione Compagnia La Luna nel Letto
con il sostegno di Teatro Comunale Rossini di Gioia del Colle Sistema Garibaldi – Linea d’Onda
una produzione La luna nel letto/Tra il dire e il fare
con il sostegno di Teatro Rossini di Gioia del Colle sistemaGaribaldi – Linea d’Onda