Ho un lupo nella pancia

Teatro Kismet

Ho un lupo nella pancia

HO UN LUPO NELLA PANCIA
La Piccionaia – Centro produzione teatrale/Babilonia Teatri

Teatro Kismet
Martedì 7 marzo 2017 ore 10.00 e Mercoledì 8 marzo ore 9.30 e 11.15


 NB I contenuti di questa pagina compongono la scheda didattica
che è possibile richiedere a scuole@teatridibari.it


LO SPETTACOLO

Ho un lupo nella pancia
La Piccionaia – Centro produzione teatrale

In effetti ogni tanto, facendo attenzione, lo sento che va in giro. Non è proprio fame. E qualcosa che mi muove e che si muove. Lo spettacolo gioca sulle relazioni tra bambini ed adulti attraverso il cibo. Dolce, salato, aspro, amaro. Il senso del gusto accompagna la costruzione delle nostre relazioni con il mondo. Ci allontaniamo dal dolce rassicurante del latte materno alla ricerca di cibi salati, assaggiamo il mondo e le persone intorno a noi, ridiamo e mastichiamo i sapori aspri che ci fanno fare le boccacce, finché impariamo ad assaporare anche l’amaro, ed iniziamo ad essere grandi. Nello scoprire il mondo continuiamo a tessere continui legami tra il gusto del cibo e le persone che ce lo preparano o ce lo porgono, dagli altri che sono insieme a noi quando mangiamo. Cibarsi non è solo un bisogno primario. Per noi umani è uno dei luoghi più importanti della relazione con chi ci sta intorno, luogo in cui prendono forma le nostre paure ed i nostri desideri. L’esplorazione di questo luogo magico e gustoso è una avventura che ha fatto venire l’acquolina in bocca agli artisti di Babilonia Teatri e della Piccionaia, dopo un assaggio realizzato per il Napoli Teatro festival del 2009. E dopo tante avventure, laboratori con i ragazzi, libri studiati e piatti assaggiati, è arrivato il momento di sfornare il risultato? Di che gusto sarà?

Favole Da Mangiare

Esplorare le relazioni tra adulti e bambini attraverso il cibo è la strada scelta dal progetto di promozione della sana alimentazione “Favole da Mangiare”, promosso da “Prodigi della Terra” insieme a la Piccionaia, e che si muove in parallelo allo spettacolo con laboratori performances incontri e pubblicazioni. L’Italia risulta essere oggi al 3° posto nella triste classica dell’obesità infantile e dei disturbi alimentari. Quali abitudini alimentari far maturare nei nostri bambini? Quali cibi rifiutano e perché? Attraverso quale linguaggio educarli ad un sano rapporto con il cibo? Il progetto propone una serie di azioni integrate per promuovere la consapevolezza di come la cura degli stili di vita e delle relazioni interpersonali sia un elemento fondamentale del processo educativo. E di come l’attenzione al bisogno primario del cibo possa diventare un luogo privilegiato per conoscere e sviluppare questa consapevolezza fino dai primi anni di vita, ed in particolare durante gli anni della scuola primaria.

“Abbiamo deciso di scrivere una storia. Protagonista è Bianco. Un bambino che non mangia mai. Beve soltanto. La storia porta all’estremo e oltre il limite del verosimile atteggiamenti, situazioni e tensioni proprie della relazione col cibo per arrivare, a trattare con una storia fantastica, delle questioni che ci riguardano da vicino. La storia si fa archetipo e metafora del bisogno di ogni bambino di trovare nel cibo non solo la possibilità di nutrirsi, ma un’occasione per ricevere cura e attenzione: amore. L’impianto scenico ricrea un set di cucina assolutamente contemporaneo all’interno del quale gli attori si muovono in modo quotidiano. Mentre raccontano gli attori cucinano live sul palco e le loro azioni vengono proiettate in presa diretta sul fondo. La loro cucina si interseca col racconto e gli ingredienti che utilizzano e i piatti che preparano materializzano nel qui e ora alcuni degli ingredienti della storia di Bianco. In questo modo il piano del racconto e il piano dell’azione scenica trovano una sintesi che li lega assieme come gli ingredienti di una ricetta ben riuscita.” – Enrico Castellani e Valeria Raimondi.

Di: Valeria Raimondi e Enrico Castellani Parole: Enrico Castellani
Con: Carlo Presotto e Matteo Balbo
Scene: Babilonia Teatri
Luci e audio: Babilonia Teatri
Costumi: Babilonia Teatri
Grafiche e foto di scena: Eleonora Cavallo
Produzione: La Piccionaia – Centro Produzione Teatrale (2015)


LA COMPAGNIA

Babilonia Teatri è diretta da Enrico Castellani e Valeria Raimondi. Babilonia Teatri è Luca Scotton, Alice Castellani. Babilonia Teatri collabora con Vincenzo Todesco, Gianni Volpe, Francesco Speri, Marco Olivieri, Stefano Capasso, Olga Bercini, Paolo Facchini, Luigi Ferrarini, Riccardo Sielli, Stefano Masotti, Sara Brambati, Valeria Camardo, Eleonora Cavallo, Aldo Miguel Grompone. Babilonia Teatri è stata sostenuta da: Viva Opera Circus, Operaestate Festival Veneto, Festival delle Colline Torinesi, Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria, Santarcangelo 40, C.R.T. Centro di Ricerca per il Teatro, Circolo dei Lettori di Torino, Fondazione di Venezia, Regione Veneto, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna, La Nef / Fabrique des Cultures Actuelles Saint-Dié- des-Vosges (France), MESS International Theater Festival Sarajevo (Bosnia and Herzegovina), Fuori Luogo La Spezia, La Piccionaia S.c.s., Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. Tra i vari riconoscimenti, Babilonia teatri riceve 2 Premi Ubu, il Premio Vertigine, il Premio Hystrio alla Drammaturgia, il Premio Franco Enriquez per l’impegno civile, il Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Babilonia Teatri ha casa ad Oppeano, località Le merle, Verona.

Per saperne di più:
http://www.babiloniateatri.it/


PRIMA DELLA VISIONE: SPUNTI

GUSTI, DISGUSTI E OLTRE IL GUSTO

A) Contro la minestra
di Giacomo Leopardi

Apri, o canora Musa, i boschi di Elicona,
E la tua cetra cinga d’alloro una corona.
Non or d’Eroi tu devi, o degli Dei cantare,
Ma solo la Minestra d’ingiurie caricare.
Ora tu sei, Minestra, de’ versi miei l’oggetto,
E dir di abbominarti mi apporta un gran diletto.
Ah se potessi escluderti da tutti i regni interi;
Sì certo lo farei contento, e volentieri.
O cibo, invan gradito dal gener nostro umano!
Cibo negletto, e vile, degno d’umil villano!
Si dice, che risusciti, quando sei buona i morti;
Ma oh detto degno d’uomini invero poco accorti!
Or dunque esser bisogna morti per goder poi
Di questi beneficj, che sol si dicon tuoi?
Non v’è niente pei vivi? sì mi risponde ognuno;
Or via sù me lo mostri, se puote qualcheduno.
Ma zitto, che incomincia furioso un certo a dire;
Presto restiamo attenti, e cheti per sentire.
E dir potrete vile un cibo delicato,
Che spesso è il sol ristoro di un povero malato?
Ah questo è uno sproposito, che deve esser punito,
Acciò che mai più possa esser da alcun sentito.
È ver, ma chi desidera la Dio mercè esser sano
Deve lasciar tal cibo a un povero malsano.
Piccola seccatura vi sembra ogni mattina
Dover mangiare a mensa la cara minestrina?
Levatevi, o mortali, levatevi d’inganno,
Lasciate la minestra, che se non è di danno,
È almen di seccatura. Ora da te, mia Musa,
Sia pur la selva opaca del tuo Elicone chiusa.
Io forse da qualcuno talor sarò burlato,
Ma non m’importa bastami, d’essermi un po’ sfogato.

 

B. LO MANGEREI SEMPRE, NON LO MANGEREI MAI

LO MANGEREI SEMPRE — NOME — NON LO MANGEREI MAI

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C. IL PANE
di Gianni Rodari

Se io facessi il fornaio, vorrei cuocere il pane
così grande da sfamare tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.

Un pane più grande del sole, dorato, profumato come le viole.
Un pane così verrebbero a mangiarlo dall’India e dal Chili
i poveri, i bambini, i vecchietti e gli uccellini.

Sarà una data da studiare a memoria: un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia.

VIDEO


La casella di posta elettronica info@casadellospettatore.it 
è a disposizione di quanti vogliano stabilire un contatto diretto 
con lo Sportello didattico dei Teatri di Bari, per confrontare 
esperienze, spunti e modalità di impiego delle schede

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