testo e regia Lucia Zotti con Monica Contini, Giacomo Dimase, Marialuisa Longo
(da 5 anni)
C’erano una volta tre fratelli. “E che è successo?”
Muore il padre lasciando in eredità al più giovane dei figli un gatto, buono solo per finire in pentola. “E che è successo?” Il gatto non vuole finire arrosto e si industria per far raggiungere la felicità al suo padrone. “E che è successo?”
Il gatto si scontra con il malvagio orco Millefacce e, stuzzicando la sua vanità, riesce a farlo trasformare in un topolino per poterlo catturare e impossessarsi così del suo castello. “E che è successo?” Attraverso mille ostacoli, il protagonista, che grazie al gatto è diventato “Marchese di Fruttasecca”, sposa la principessa Ciliegina, figlia del Re di Vallefruttata. “E che è successo?” Tutti vissero felici e contenti. “E che è successo?” Lo spettacolo è finito!
È questa una storia che pone l’attenzione su una qualità del “sentire” umano che tende ad essere soffocata, se non annullata: quella dell’istinto primordiale, quell’istinto che, quasi magicamente, conduce a discernere la giusta strada nella giungla del vivere; a riconoscere fra gli incontri quelli positivi; ad aver il coraggio di affrontare gravi pericoli per realizzare un sogno; a credere che i sogni possono essere realizzati, se li si nutre di significato concreto.
Il gatto non è un gatto qualunque, ha poteri straordinari grazie all’aiuto degli stivali; non essendo fuorviato dalla razionalità cerebrale, ascolta e crede alla voce interiore e ne segue le indicazioni senza cercare spiegazioni. Egli rappresenta la tenacia psichica, l’istinto che guida il protagonista; ode e vede in modo diverso dall’essere umano: si muove a livelli cui l’Io non penserebbe mai, conosce istintivamente il mistero della psiche femminile, per cui è in grado di riconoscere nella fanciulla (la Principessa) la giusta compagna; per il suo padrone infine ha il coraggio di affrontare il pericolo, rappresentato dall’orco, rischiando la vita per conquistare anche il benessere materiale.
Condividi su: