regia Emma Dante
con Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
Luci Cristian Zucaro
assistente alla regia Daniela Mangiacavallo
organizzazione Daniela Gusmano
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma
in collaborazione con Sud Costa Occidentale
So che un amore
può diventare bianco
come quando si vede un’alba
che si credeva perduta.
Alda Merini
Una vecchina fruga dentro un baule. Estrae un flacone di pillole, un velo da sposa, un telecomando, tanti palloncini colorati… Da un altro baule arriva la musica di un carillon. Compare un uomo anziano. Indossa un vecchio abito da cerimonia liso dal tempo. L’uomo guarda la donna e sorride. Subito la raggiunge. L’abbraccia. La donna appoggia la testa sulla spalla di lui. Lui le fa una carezza. Lei lo tiene stretto per non perdere l’equilibrio. Lui la sostiene. Ballano. Lui estrae dalla tasca un orologio da taschino: meno cinque… meno quattro… meno tre… meno due… meno uno… e al rintocco della mezzanotte lui fa scoppiare un petardo. Si baciano. Lui lancia in aria una manciata di coriandoli. La festa ha inizio. Buon anno, amore mio! Lui e lei adesso hanno sedici anni. In costume da bagno si promettono amore eterno. Sulle note di vecchie canzoni festeggiano l’arrivo dell’anno nuovo ballando a ritroso la loro storia d’amore.
Il tango delle capinere è l’approfondimento di uno studio, Ballarini, che apparteneva alla trilogia degli occhiali. E’ il componimento di un mosaico dei ricordi che rende sopportabile la solitudine di chi disgraziatamente sopravvive all’altro.
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