Jackie di Elfriede Jelinek, traduzione di Luigi Reitani uno spettacolo di Andrea Adriatico con Anna Amadori, Olga Durano, Eva Robin’s, Selvaggia Tegon Giacoppo costumi Angela Mele Milano suono, scene Andrea Barberini grafica Albertina Lipari De Fonseca cura Daniela Cotti, Monica Nicoli, Saverio Peschechera, Alberto Sarti una produzione Teatri di Vita in collaborazione con Fondazione Orizzonti d’Arte, Festival Focus Jelinek e il sostegno di Comune di Bologna – Settore Cultura, Regione Emilia-Romagna – Servizio Cultura, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
a Pina
Jacqueline Kennedy rievoca la sua storia, il rapporto con John Kennedy, il tragico omicidio del Presidente seduto al suo fianco, le scappatelle del marito con Marilyn Monroe, i segreti del suo inconfondibile look, i vestiti e le acconciature… tutto questo nel fiume di parole scritto da Elfriede Jelinek, l’autrice austriaca premio Nobel per la letteratura nel 2004, a cui Andrea Adriatico ha dedicato un trittico. In quest’opera la scrittrice riesce a tratteggiare la storia di un paese in profonda mutazione, gli Usa, e nello stesso tempo a ricostruire il personaggio di Jackie con grande dovizia di particolari. Una dimensione più popolare e aneddotica convive con un’analisi stratificata, che riporta a un periodo storico cruciale per le sorti del pianeta. Nello spettacolo, le parole di Jackie sono riportate da quattro “cloni” della prima “diva” politica del dopoguerra, in una moltiplicazione corale dell’individualità espressa dalla “presidentessa”. Una sorta di oratorio post-pop, in cui i simboli iconici di Jacqueline Kennedy – i capelli, i vestiti, le pose – rimbalzano da una all’altra, diventando emblema assoluto di una moderna rappresentazione del potere, che esprime sé stesso attraverso segni folgoranti che seducono le masse.
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