debutto nazionale
Spettacolo teatrale di e con Piera del Giudice
“Siamo qua come agli orli della vita…. Gli orli, a un comando, si distaccano; entra l’invisibile: vaporano i fantasmi. È cosa naturale. Avviene, ciò che di solito nel sogno. Io lo faccio avvenire anche nella veglia. Ecco tutto. I sogni, la musica, la preghiera, l’amore… tutto l’infinito ch’è negli uomini…” L. Pirandello
“Penso che infondo non siamo niente e nessuno…io non lascio niente come non lascia niente nessun attore…il falegname è più di me, il falegname lascia una sedia che può vivere nei secoli…io lascio delle parole, che poi le generazioni non se le ricordano più…cosa abbiamo lasciato noi, cosa lasciamo? Niente…” De Curtis (Totò)
“Quando noi guardiamo un’opera d’arte ci comportiamo come quando noi guardiamo la perla di una conchiglia…ogni volta che guardiamo una perla e l’ammiriamo ci dimentichiamo che la perla è la malattia di una conchiglia. E senza la malattia non sarebbe nata la perla così come senza la schizofrenia di tanti poeti di tanti scultori di tanti artisti, senza l’immersione di tanti artisti nella follia non sarebbe mai nata un’opera d’arte” U. Galimberti
Il racconto di una donna nelle quinte di un teatro, un’attrice alla fine della sua carriera, forse. Persa in un flusso di pensieri ininterrotto, che va da frammenti di monologhi a frammenti di poesia a preghiere a dio. Dove i ricordi sconnessi si fanno largo attraverso suoni e registrazioni del passato e apparizioni. Ma si perdono nella farsa gioiosa e disperata della rappresentazione. Il motore che la tiene in vita è ancora l’arte; la bellezza del teatro e della poesia sono l’unica consolazione rimaste. Un’ attrice abbandonata, una creatura che continua a vivere come se fosse sul palcoscenico, continua a stare in quella scatola, dalla quale se uscisse sarebbe persa. Dove tutta la vita che ancora chiama è la vocazione per il teatro. La cura della sua anima. Senza il teatro sarebbe quello il suo suicidio. Il motore che la tiene in vita è l’arte. I testi che la accompagnano come fantasmi vanno da La voix humaine di Cocteau ad Amleto. Passando per i poeti Gualtieri, Gozzano. In una sequela di apparizioni teatrali e cinematografiche che rievocano le grandi dive e i grandi istrioni. Questo lavoro vuol essere anche un omaggio a tutti gli artisti e le opere che, sin da bambina, hanno nutrito il mio immaginario e aperto le mie porte alla vocazione teatrale.
Condividi su: