testo e regia Lucia Zotti con Monica Contini, Deianira Dragone/Marialuisa Longo, Giacomo Dimase
(da 7 anni)
Elegante e umile, virtuosa e dolce, coraggiosa e timida, forte e fragile, principessa dal cuore contadino, contadina dal cuore di principessa.
Il principe, protetto, nutrito e coccolato, è cresciuto in un castello, lontano dalla realtà. Non conosce rinunce e privazioni, tutto gli è dato senza desiderio. L’unico suo passatempo, suonare la chitarra, gli allontana la noia, padrona della sua vita. Sogna una donna molto diversa da quelle che la regina madre gli propone: “Bella senza l’arroganza della bellezza, nobile senza l’arroganza della nobiltà, pietosa senza l’arroganza della pietà”.
Ma dove trovarla? Sarà proprio la regina madre che spingerà il figlio a intraprendere quel viaggio che gli permetterà di scoprire la vita reale, fuori dal castello. In viaggio, incontri e avventure, a volte pericolosi, compiranno la sua trasformazione favorendo l’incontro con la donna dei suoi sogni.
Il principe ha dunque trovato la compagna ideale che, però, non è una principessa di casa reale. Presentandola comunque alla regina madre come tale, la ragazza verrà sottoposta alla fatidica prova del pisello. È stato per noi appassionante e stimolante affrontare questa fiaba; ci siamo impegnati per dare risalto a due valori che ci stanno particolarmente a cuore: il Femminile, nella capacità della ragazza di accoglimento, sensibilità e intelligenza e il Maschile nel desiderio del ragazzo di crescere in autonomia aprendo il suo cuore all’ascolto. Lo spettacolo attraversa il mondo magico della fiaba tradizionale, fra principi e regine, troni sontuosi e candelabri, servitori e valzer di Strauss.
Ma si svolge anche sul nastro d’asfalto durante un viaggio in autostop, con avventure metropolitane e musica rock, fra cui una gara canora con presentatori e cantanti, fan e applausi. Il linguaggio semplice e privo di logica della fiaba, in cui schemi e processi razionali, abitudini e convenzioni sociali, sono sospesi, invia segnali di vario tipo che lo spettatore, bambino o adulto, coglie secondo la propria capacità e qualità di comprensione e di bisogno. I piccoli imparano a coltivare speranze di superamento delle loro piccole prove, gli adulti, alla ricerca di una via interiore autentica, a integrare in sé le parti contrapposte e scisse.