regia Nicola Valenzano, con Daniele Ciavarella, Saverio Desiderato, Nicola Moschetti, Nicola Marino, Tano D’Amore, Piero Mastronardi, Maurizio De Vivo, costumi Dimitar Dimitrov, trucco Giusy Laghetti
Note di Dame è una pièce noire per il suo pessimismo totale, per il cinismo con cui sono intessuti i personaggi, per il trionfo delle schifezze che dai piccoli fatti giornalieri salgono fino a racchiudere intere vicende sgradevoli; è una pièce “rose” per il suo misurato umorismo , “agghiacciante” per la sua acre comicità e per la sua grottesca deformazione del reale, infine è “brillante” per il dialogo sempre tenuto sopra le righe dell’ironia e del divertito sarcasmo.
In “Note di Dame” al di la’ di ogni classificazione, e a mio avviso una crudelissima pièce sul tema della povertà creativa, un’operina ottocentesca sgangherata, pacchiana di una Belle Époque da stazione termale di infima categoria. Tutto è una piccola sinfonia delle ambizioni sbagliate, un oscurarsi delle nobili aspirazioni, il fallimento degli ideali artistici, la degradazione del talento esecutivo, una caduta di angeli minori.
La vita è li, tra l’orchestra e la vita di ogni giorno; tra un numero d’infima musichetta ed una madre avanti con l’età un po’ pisciona, tra uno spartito e una figlioletta di 5 anni da vestire di raso e da truccare come una bambola, tra un contendersi un uomo ed una odissea erotica fatta in un albergo con camere ad ore, tra una vocazione direttoriale ridotta a protezione materno-sessuale, tra un accordo con una viola ed un amante cafone, tra una esecuzione pianistica non memorabile e una moglie malata ed infine una lamentosa maîtresse.
La vita di queste guitte muoverà magari il riso, quello provocato dalle ambizioni più grandi di noi, quello che nasce dalle nostre velleità, di quelli che camminano a testa alta ma con i piedi nella melma di quelli che si credono diversi ma sono normali, il riso della nostra miseria quotidiana.
Ambientato negli anni 50 in una stazione termale, questo gruppo di “pacchiane musiciste” intratterranno il pubblico ispirandosi a grandi musicisti eseguendo brani pensando al “Danubio Blu” di Strauss o a “La Mer” di Debussy, un grande omaggio a l’acqua.
( Nicola Valenzano)
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