Teatro Kismet
da William Shakespeare
di e con Roberto Corradino
& Bill (Shakespeare)
Teatro Kismet
Teatro Kismet
regia Lucia Zotti
con Monica Contini, Giacomo Dimase, Marialuisa Longo
Teatro Kismet
Compagnia Moliere
scritto e diretto da Umberto Marino
con Emilio Solfrizzi
luci Giuseppe Filipponio
musiche Paolo Vivaldi
scene Katia Titolo
regista assistente Maria Stella Taccone
consulenza tecnica Maestro Leonardo de Carmine
foto Federica Di Benedetto
per il costume del Signor Solfrizzi si ringraziano Anna Coluccia e Francesca Di Giuliano
Teatro Radar
(RECUPERO DELLE DATE DI SABATO 21 NOVEMBRE E DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020)
regia Claudio De Maglio e Savino Maria Italiano, canovaccio Claudio De Maglio con Savino Maria Italiano, Olga Mascolo, Ivano Picciallo e Piergiorgio Maria Savarese
Teatro Kismet
scritto e diretto da Alessandro Piva con Paolo Sassanelli e Lucia Zotti
Una giornata come tante per una coppia di anziani coniugi della piccola borghesia cittadina. La moglie si appresta a cucinare una teglia di parmigiana, il marito rientra in casa con una vecchia radio scovata vicino ai cassonetti. Lei fa i conti amari con i rimpianti, mentre lui, più pacato, vive nel suo piccolo mondo. Si conoscono a memoria e si rimbeccano continuamente per qualunque banalità. È la paura di perdersi che li tiene uniti e che, nel momento del pericolo, fa riemergere quell’amore
infeltrito dagli anni, come un’abitudine. Tutto si svolge nella cucina dell’appartamento che condividono da sempre, e l’impianto scenografico invita a spiarli, come fossero i nostri vicini dei quali osservare le vite attraverso le finestre. Le loro vicende appartengono così al quotidiano di ciascuno, vissuto in famiglia.
Un atto unico in cui Piva alterna toni comici e surreali a momenti di malinconica poesia, e offrire il ritratto di due esseri umani in cui lo spettatore non potrà fare a meno di identificarsi. Grazie a un semplice,
magnifico gioco teatrale al limite tra il grottesco e il drammatico, affiorano basilari domande esistenziali che albergano nei cuori dell’umanità intera.
Note di regia
L’allestimento dello spettacolo è stato l’occasione per esorcizzare le piccole grandi nevrosi della vita familiare, in una presa d’atto che è diventata processo di riscatto personale e autoanalisi. Volevo dare una backstory alle classiche immagini di anziane coppie sedute sui balconi o sull’uscio di casa, intente a osservare lo scorrere dell’ultima parte della propria esistenza. Le discussioni che spesso nascono tra i familiari mostrano un continuo riandare al passato, in una perpetua recriminazione degli errori commessi, rivelando come la vita, tante volte, non mantenga le promesse. Noi italiani siamo spesso inclini a dare il peggio di noi con chi ci è vicino: le persone care diventano bersaglio delle insoddisfazioni accumulate in anni di apparenza borghese, tra finti sorrisi con gli estranei e sfoghi tra le mura domestiche. Il condominio in questo rappresenta il fulcro di ogni contraddizione della sociale convivenza.
Alessandro Piva
Teatro Radar
coreografie Domenico Iannone con Silvia Di Pierro, Mimmo Linsalata, Giada Ferrulli, Sara Buccarella, Sara Mitola, Serena Pantaleo, Miriana Santamaria maître de ballet Milena Di Nardo luci Roberto De Bellis foto di scena Gennaro Guida
Teatro Kismet
Cinque invettive, sette donne e un funerale
di e con Concita De Gregorio musica live Erica Mou
regia Teresa Ludovico
spazio scenico e luci Vincent Longuemare
cura della produzione Sabrina Cocco
Teatro Kismet
di Michel Ocelot adattamento e voce narrante Teresa Ludovico musiche del maestro Maurizio Lampugnani eseguite dal vivo con Sudjembé Ensemble
Teatro Radar
scritto e diretto da Alessandro Piva con Paolo Sassanelli e Lucia Zotti
Una giornata come tante per una coppia di anziani coniugi della piccola borghesia cittadina. La moglie si appresta a cucinare una teglia di parmigiana, il marito rientra in casa con una vecchia radio scovata vicino ai cassonetti. Lei fa i conti amari con i rimpianti, mentre lui, più pacato, vive nel suo piccolo mondo. Si conoscono a memoria e si rimbeccano continuamente per qualunque banalità. È la paura di perdersi che li tiene uniti e che, nel momento del pericolo, fa riemergere quell’amore
infeltrito dagli anni, come un’abitudine. Tutto si svolge nella cucina dell’appartamento che condividono da sempre, e l’impianto scenografico invita a spiarli, come fossero i nostri vicini dei quali osservare le vite attraverso le finestre. Le loro vicende appartengono così al quotidiano di ciascuno, vissuto in famiglia.
Un atto unico in cui Piva alterna toni comici e surreali a momenti di malinconica poesia, e offrire il ritratto di due esseri umani in cui lo spettatore non potrà fare a meno di identificarsi. Grazie a un semplice,
magnifico gioco teatrale al limite tra il grottesco e il drammatico, affiorano basilari domande esistenziali che albergano nei cuori dell’umanità intera.
Note di regia
L’allestimento dello spettacolo è stato l’occasione per esorcizzare le piccole grandi nevrosi della vita familiare, in una presa d’atto che è diventata processo di riscatto personale e autoanalisi. Volevo dare una backstory alle classiche immagini di anziane coppie sedute sui balconi o sull’uscio di casa, intente a osservare lo scorrere dell’ultima parte della propria esistenza. Le discussioni che spesso nascono tra i familiari mostrano un continuo riandare al passato, in una perpetua recriminazione degli errori commessi, rivelando come la vita, tante volte, non mantenga le promesse. Noi italiani siamo spesso inclini a dare il peggio di noi con chi ci è vicino: le persone care diventano bersaglio delle insoddisfazioni accumulate in anni di apparenza borghese, tra finti sorrisi con gli estranei e sfoghi tra le mura domestiche. Il condominio in questo rappresenta il fulcro di ogni contraddizione della sociale convivenza.
Alessandro Piva