di PAOLO COMENTALE
drammaturgia MARINELLA ANACLERIO
con FLAVIO ALBANESE, AUGUSTO MASIELLO, EDOARDO EPIFANI/MASSIMILIANO DI CORATO
regia ALESSANDRO MAGGI
scena FRANCESCO ARRIVO
costumi SIMONA DE CASTRO
disegno luci CRISTIAN ALLEGRINI
direzione artistica MARINELLA ANACLERIO
Solo un testimone, monaco nell’antico Monastero di Debre Libanòs, ha le parole per descrivere la strage: «Sembrava il rumore del tuono ma non c’erano nuvole, sembravano le grandi piogge ma non cadeva acqua, cadeva sangue. I colpi non finivano mai, sembravano pugni in faccia. I colpi strapparono dagli alberi le foglie, spezzarono i rami, piegarono i tronchi ma le radici resistettero.» Alla fine una domanda: gli italiani sono sempre brava gente?
Paolo Comentale
Tra il 21 e il 29 maggio 1937, le truppe coloniali italiane al comando del generale Pietro Maletti, condussero in Etiopia un’azione destinata a divenire una pagina riprovevole della storia d’Italia: il massacro di Debre Libanòs, il più grande eccidio di cristiani copti avvenuto in Africa. Le violenze consumate in Etiopia non troveranno mai giustizia.
L’eccidio sarà dimenticato e l’Italia del nuovo corso democratico proverà a ricostruirsi un’immagine autoassolutoria non conciliabile con la memoria storica di un’occupazione sanguinaria. Perché questa strage di cristiani innocenti è stata messa a tacere? Questo spettacolo, grazie alla parola evocativa e poetica di Paolo Comentale, porta sul palcoscenico una vicenda che richiama le grandi categorie del teatro greco, in una notte africana durante la quale un maresciallo marconista è chiamato a rispondere per chiarire il mistero di una missione speciale. La rievocazione di un dramma a noi lontano trova il suo motivo nella speranza che dal male possa nascere il miglioramento di una società che troppo spesso fagocita i fatti trasformandoli in oblio. È la necessità di affermare con forza la repulsione per ogni crimine di guerra, in ogni tempo e in ogni luogo.
Alessandro Maggi