da Luigi Pirandello uno spettacolo di VicoQuartoMazzini con Michele Altamura, Nicola Borghesi, Riccardo Lanzarone, Paola Aiello, Natalie Norma Fella regia, luci e suono Gabriele Paolocà
Sei personaggi irrompono nella testa di un ex teatrante. Sono un padre, una madre e quattro figli. Sei personaggi incompleti, talmente incompleti da esser rappresentati anche solo con una parrucca o una giubba da marinaretto. Portano con sé un dramma doloroso, macchiato di sangue e vergogna. Chiedono all’ex teatrante di poterlo vivere lì, davanti a lui, affinché lui lo possa trascrivere donandogli vita eterna. L’ex teatrante è titubante. Lui ha smesso col teatro. “Io non voglio più essere io”, così dice a sua difesa.
I Sei Personaggi tentano il loro autore nell’ora del crepuscolo, quando egli, abbandonato su una poltrona, lascia che l’ombra invada la sua stanza e che quell’ombra brulichi della loro presenza.
E’ questa l’immagine con cui Pirandello descrive il sacro momento della creazione, è un’immagine magica e inquietante, bianca e nera: la questione creativa è una questione di vita o di morte.
Pirandello intende l’artista come un sensitivo succube di un’idea che s’impadronisce della sua testa e ne modifica lo sguardo e la realtà. Ed è così che la realtà, quella riconosciuta da tutti, diventa distante, la realtà di un altro pianeta. In che mondo vive un artista? Qual è la sua verità? Quanto una “realtà altra” diventa alienazione e quanto àncora di salvezza? Affrontare Pirandello vuol dire sedersi accanto a lui, in quell’ora del crepuscolo, a fare la conta dei propri fantasmi.