TUTTI INSIEME CON ROMEO E GIULIETTA
Lo spettacolo è una rielaborazione della celebre tragedia shakespeariana.
Per mettere bene in scena un’opera di Shakespeare – scriveva Jan Kott, uno dei suoi più autorevoli studiosi – occorre necessariamente tradirlo; noi lo abbiamo dunque tradito, pur con il massimo rispetto. Un solo attore interpreta la vicenda, ora nei panni di Benvolio e ora in quelli di Mercurio o del rude Tebaldo; ora in quelli del padre, ora – perché no? – in quelli della madre di Giulietta; ora, infine, nei panni di frate Lorenzo.
Egli dialoga, scherza, interagisce con il pubblico, combatte a duello con Romeo, tenero e innamorato burattino. Nei panni di Tebaldo si fa persino uccidere da lui, procurandone l’esilio. E’ prodigo di materni consigli e di paterni rimbrotti per la bellissima Giulietta, e, nei panni di frate Lorenzo, la unisce in matrimonio con Romeo. E’ ancora lui a suggerirle di bere la pozione, causando, complice la smemoratezza di Benvolio, il tragico equivoco che provocherà la fine del sogno d’amore dei due giovani. Accanto all’attore e ai suoi burattini, sarà però il pubblico a rendersi protagonista di alcuni dei momenti più salienti della tragedia: nella scena del balcone, ad esempio, due ragazzi presteranno la propria voce alla dichiarazione d’amore più famosa di tutti i tempi. Attraverso l’espressività dei burattini, gli aspetti tragici della vicenda vengono smussati senza perdere spessore, così come gli accenti lirici dello sfortunato e grande amore tra i due giovani vengono teneramente esaltati e resi percepibili appieno anche da un pubblico di giovanissimi. Ma Romeo e Giulietta non è solo una storia d’amore; è piuttosto un urlo contro le guerre, gli odi, le intolleranze e i pregiudizi. La tragedia di Shakespeare è stata più volte “tradita” in tale senso. Qualcuno ha sostituito la rivalità tra Montecchi e Capuleti con quella tra ebrei e palestinesi, tra cristiani e musulmani, o tra appartenenti a razze e culture diverse; e sempre ha prevalso il valore di fondo dell’opera: la condanna della ferocia e dell’assurdità degli antagonismi e l’invito a sfrondarli fino alle radici: Qui, spesso, può annidarsi un amore che rischia di venire violentato.
Abbiamo voluto che, nella necessaria stringatezza del racconto, coesistessero i grandi accenti lirici del capolavoro di Shakespeare con i toni a volte leggeri e scanzonati più affini all’espressione del teatro di figura.
Regia: Franco Damascelli
Con: Roberto Petruzzelli e Enzo Vacca
Burattini realizzati da: Natale Panaro
Tecnica: mista (attore, burattini e muppets)
Fascia d’età: dai 5 anni
Per la prima volta in Puglia prende forma una collaborazione organica tra due strutture teatrali consolidate come il Kismet e l’Abeliano. Queste, raccogliendo la nuova sfida ministeriale danno vita al Consorzio Teatri di Bari, riconosciuto dalla Commissione consultiva per la prosa del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, TRIC – Teatro di Rilevante Interesse Culturale, per il triennio 2015-2017, unico in tutto il Sud Italia.
Il punto di forza dei Teatri di Bari è quello di mettere assieme due realtà che negli ultimi 45 anni si sono battute per radicarsi sul territorio, convinte della necessità di un teatro come motore di cultura per le nuove generazioni e del ruolo sociale e civile che un teatro ha nel suo contesto. Il Kismet, Stabile d’innovazione per l’infanzia e la gioventù che ha puntato tutta la sua poetica sull’attenzione ai giovani, incontra l’Abeliano che ha indirizzato la propria attività sul lavoro dell’attore e sulla grande tradizione teatrale italiana per non tacere della ricerca nell’ambito delle tradizioni popolari per rendere vivo il rapporto con l’identità e il territorio.
Mettendo assieme due strutture prima indipendenti, Teatri di Bari prende il meglio della loro reciproca vocazione, con l’obiettivo di rigenerarsi nel dialogo con le nuove generazioni di artisti e compagnie pugliesi. Un teatro che non fa discriminazione di genere, che sposa l’idea di teatro popolare nel suo senso più vero, proponendo una ricerca artistica che accoglie diversità di radici, di genere, di gusto.
Punto forte di Teatri di Bari è la concezione di un teatro come casa di cultura, aperta al dialogo, in cui lo spettacolo diventa propulsore che alimenta, tutto attorno, forme molteplici di incontro con gli spettatori, con gli altri linguaggi artistici, con le altre realtà culturali.
Per saperne di più:
http://www.teatridibari.it
Giulietta:
“Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.”
“GIULIETTA e ROMEO
Tragedia di William Shakespeare scritta nel 1594-1595
La storia si svolge a Verona dove due grandi famiglie, i Montecchi e i Capuleti, si odiano da anni.
Romeo, figlio ed erede della famiglia Montecchi, è innamorato della bella Rosalina e per questo è preso in giro dai suoi amici. Capuleti, il capo della famiglia rivale si prepara a dare una grande festa per permettere a sua figlia, Giulietta, di incontrare Paride. Quest’ultimo, infatti, l’ha richiesta in matrimonio ed i genitori di Giulietta sono favorevoli a quest’unione. Romeo – che crede di trovarvi Rosalina – si autoinvita con gli amici Benvolio e Mercuzio a questo grande ballo mascherato dove invece incontra Giulietta e resta folgorato dalla sua bellezza cadendo follemente innamorato di lei; è il colpo di fulmine reciproco ma quando scoprono la propria identità reciproca, si rendono conto, disperati, di essersi innamorati ciascuno del proprio peggior nemico. Al cader della notte, Romeo si nasconde nel giardino del Capuleti, si avvicina sotto il balcone di Giulietta e le dichiara il suo amore. Perdutamente innamorato, Romeo si confida il giorno dopo con fra Lorenzo, il suo confessore. Inizialmente incredulo, fra Lorenzo promette tuttavia a Romeo di aiutarlo e di celebrare il suo matrimonio, nutrendo anche la speranza di riconciliare Capuleti e Montecchi.
Tebaldo cugino di Giulietta, sfida Romeo a duello. Ma il giovane – al colmo della felicità e pieno di una simpatia “fraterna” per l’aggressore – rifiuta di battersi. Mercuzio, l’amico di Romeo, giovane coraggioso e brillante, si affretta a sostituirlo battendosi contro Tebaldo.
Quest’ultimo lo ferisce a morte e Mercuzio muore maledicendo il litigio delle due famiglie nemiche. Romeo vendica la morte del suo amico ed uccide Tebaldo. Romeo, ormai ricercato, deve fuggire da Verona.Giulietta è in preda al dolore. Suo padre, reso inquieto dallo stato d’animo della figlia, decide di accelerarne il matrimonio Paride. Il matrimonio avrà luogo il giorno dopo. Giulietta si rifiuta. Suo padre la minaccia. Lei corre da fra Lorenzo che le propone di bere un filtro che può farla sembrare morta per quaranta ore così, verrà creduta morta e portata nella tomba della famiglia Capuleti dove Fra Lorenzo potrà andare con Romeo a liberarla.
Il frate promette di informare Romeo dello stratagemma. Giulietta accetta il piano. Rimasta sola nella sua camera, beve il filtro. La mattina del giorno dopo la governante la scopre inanimata. Tutta la famiglia piange la morte di Giulietta. A Mantova, dove è in esilio, Romeo riceve la visita di Baldassarre, suo servo, che gli annuncia la morte di Giulietta. Romeo ormai ha soltanto un pensiero: procurarsi del veleno e ritornare a Verona per morire accanto alla sua Giulietta. Durante questo lasso di tempo, fra Lorenzo apprende che un intoppo ha impedito al suo messaggero di informare Romeo del suo stratagemma e decide di recarsi alla tomba per liberare Giulietta. Romeo si reca sulla tomba di Giulietta e vi incontra Paride venuto a portare fiori alla fidanzata morta. Un duello ha luogo tra i due giovani e Paride viene ucciso. Romeo contempla la bellezza di Giulietta e l’abbraccia prima di bere il veleno e morire a sua volta. Fra Lorenzo è sconvolto nello scoprire i corpi di Romeo e Paride.
Assiste al risveglio di Giulietta e tenta di convincerla a seguirlo e andarsi a rifugiare in convento. Ma Giulietta che scopre il corpo di Romeo mortogli vicino si pugnala con la spada del suo amante e muore al suo fianco. Il principe, Capuleti, e il vecchio Montecchi si recano al cimitero. Fra Lorenzo narra loro la storia triste degli “amanti di Verona”. I due padri sconvolti dal dolore si riconciliano sul corpo dei loro figli e promettono di erigere alla loro memoria una statua d’oro puro.
Romeo:
Giulietta:
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Romeo e Giulietta:
La casella di posta elettronica info@casadellospettatore.it è a disposizione di quanti vogliano stabilire un contatto diretto con lo Sportello didattico dei Teatri di Bari, per confrontare esperienze, spunti e modalità di impiego delle schede