Vecchi tempi

Teatro Kismet il 12/11/2016 h 21.00

Florian Metateatro Vecchi tempi

di Harold Pinter regia Pippo Di Marca con Fabrizio Croci, Francesca Favia, Anna Paola Vellaccio

In Vecchi Tempi ci sono tre personaggi: una coppia londinese sui quarant’anni, Deeley e Kate; e una vecchia amica di quest’ultima, Anna, anch’essa sui quaranta, che è stata lontana per oltre vent’anni dell’amica di gioventù, e dall’Inghilterra, e che ora viene a far visita a Kate e al di lei marito. All’apparenza una commedia: un vacuo e “nostalgico” incontro durante il quale “ricordare” i Vecchi Tempi. Così, più o meno, viene comunemente rappresentata: almeno in Italia, e per la mia esperienza di spettatore. Pinter è un autore non facile, ambiguo, anche “astuto” : utilizza il linguaggio corrente caricandolo di ambiguità, di pause, di silenzi, con cui spesso
crea effetti di surrealtà. Viene dopo Beckett e il teatro dell’assurdo e ne subisce in parte l’influenza.
Si muove, dunque, solo in apparenza, su un terreno naturalistico, realistico (anche se, beninteso, c’è pure questo).
Qui, in Vecchi Tempi, mi pare che questo climax sia presente forse più che in altri testi. É pieno di pause, di lunghi silenzi, di lapsus, in un’altalena di scene “al presente” montate a ridosso di scene “al passato”, come fossero flash-back da sceneggiatura cinematografica. E non a caso: Pinter è stato anche un ottimo sceneggiatore. Tutto ciò, peraltro, impone inevitabili acrobazie a teatro, dove gli attori sono “condannati” all’hic et nunc! Fatto sta, comunque, che nessuno dei personaggi ha una “memoria” oggettiva del proprio passato; ciò che ciascuno di essi ricorda è molto soggettivo e diverso dal ricordo degli altri. Niente, o quasi, coincide. Sono loro ad esser gravemente smemorati, malati o disturbati nel ricordo? Oppure è il tempo che è in sé bugiardo, inaffidabile? Oppure la nevrosi dell’uomo
contemporaneo rappresentata, incapace di esprimere una qualsivoglia certezza, irretita com’è in una dimensione sentimentale falsa, una sorta di ipocrisia atavica?

(Pippo Di Marca)



di Harold Pinter regia Pippo Di Marca con Fabrizio Croci, Francesca Favia, Anna Paola Vellaccio
scene e costumi Florian Metateatro luci Renato Barattucci

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