Tre repliche a giugno per Facciamo i fantasmi, spettacolo molto liberamente ispirato a ‘I giganti della montagna’ di Pirandello, realizzato dai detenuti attori dello spazio teatrale ‘Sala prove’, curato da Lello Tedeschi all’interno dell’Istituto penitenziario minorile ‘Fornelli’ di Bari. Lo spettacolo è in programma il 23, 24 e 25 giugno alle ore 20.30 in un apposito spazio all’aperto del Fornelli, in via Petroni 90, con la partecipazione dei giovani detenuti che hanno preso parte al progetto di Teatri di Bari realizzato in collaborazione con Compagnia CasaTeatro.
L’accesso è previsto ESCLUSIVAMENTE SU PRENOTAZIONE fino a esaurimento posti, inviando una mail a botteghino@teatrokismet.it entro giovedì 17 giugno, scrivendo il proprio nome e cognome, numero di telefono e il giorno della replica a cui si intende assistere e allegando copia del documento di identità.
Informazioni: 080 579 76 67
FACCIAMO I FANTASMI
da I Giganti della Montagna di L. Pirandello in scena Haisè, Noemi Alice Ricco, Davide Sgamma ideazione e regia Lello Tedeschi
Nessuno di noi è nel corpo che l’altro ci vede, ma nell’anima che parla chi sa da dove… Facciamo i fantasmi. Tutti quelli che ci passano per la mente… e ce ne lasciamo incantare… E non è più un gioco, ma una realtà meravigliosa, quella in cui viviamo…L. Pirandello, I giganti della montagnaNelle parole che Pirandello ha scritto dando voce a Cotrone, il mago della Villa degli Scalognati ne I giganti della montagna, abbiamo incontrato, detenuti e non, il senso del nostro lavoro in Sala Prove. Fino ad averne quasi paura: giochiamo con così tanto gusto e piacere a fare i fantasmi, in sala Prove, che alla fine rischiamo di credere più a questi che a noi, fino a confonderci tra di essi, a smarrirci, a ritrovarci felici ma a volte anche lontani e soli, proprio come gli Scalognati della Villa. Questo lavoro nasce da questo sentimento, quasi una dichiarazione identitaria, in chiave poetica, del nostro fare teatro in un carcere minorile. Il nucleo artistico della Sala Prove è mobile, composto da attori di fuori e attori di dentro. Introduce di continuo giovani detenuti che incontrano il teatro per la prima volta, mossi da una scintilla di desiderio che nasce anzitutto dalla curiosità e dal bisogno di trascorrere diversamente parte del proprio tempo di detenzione. Dopo qualche tempo qualcuno va, qualcuno resta. Il nucleo si stabilizza per un tempo determinato e si comincia davvero, insieme agli attori di fuori, per un lavoro di scena che è una scoperta imprevedibile, una sorpresa, un incontro che è rigore e fatica ma anche dono inatteso, cosa mai vista né vissuta accolta come uno spiazzamento, accogliendo una diversa visione e possibilità di sé. In questa condizione il teatro, da spazio di intrattenimento, pare a volte proprio trasformarsi in luogo di manifestazione dei fantasmi evocati da Pirandello, ovvero della nostra “anima che parla chi sa da dove”. Ed è quest’anima che proviamo a restituire agli spettatori, felici dell’incontro ma con un lieve sentimento di solitudine, come se l’eco delle mura dell’Istituto in cui vive il nostro teatro in parte ci divori e ci isoli tutti, fino a crederci davvero un po’ come i fantasmi che abbiamo evocato…
Lello Tedeschi
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