Paolo Baroni non c’è più, è volato verso l’isola che non c’è. Un po’ Peter Pan, un po’ Capitan Uncino, un po’ Gigante gentile, un po’ Orso, un po’ Moschettiere, un po’ Geppetto. Sempre fra trucioli, lamiere, bulloni, cacciaviti, martelli, pinze e quant’altro, martellava, svitava, assemblava, saldava, incollava.
Dal vecchio creava il nuovo.
Rubava luce ai tramonti, filtrava albe nascenti, catturava raggi di sole e illuminava, magicamente, pezzi di storie che prendevano vita nel buio fitto di quel luogo chiamato teatro.
Ci mancherai Paolo.
Teresa Ludovico
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