È stata presentata l’Agenda 2023 di Teatri di Bari, una pubblicazione tascabile che racconta anche quello che sarà il nuovo anno per il TRIC. Dalla programmazione teatrale per tutte le età alle iniziative per il contrasto alle povertà educative, oltre alle tante progettualità, come sempre, con un focus specifico per le nuove generazioni.
L’Agenda, infatti, va oltre la funzione classica di calendario e promemoria, e rinnova l’impegno a essere progetto di divulgazione culturale, contenitore di idee e spazio di espressione artistica per i giovani: per il tredicesimo anno ad aprire l’Agenda sono le parole di un talento under 35 della scrittura, selezionato attraverso il contest letterario 2023 battute per un anno di teatro. I partecipanti hanno sviluppato i racconti a partire dall’incipit firmato dal giornalista e scrittore Onofrio Pagone, intitolato ‘Sconfinamenti’.
Ampia come sempre la partecipazione, con proposte di alto livello e creative arrivate da tutta Italia, nel rispetto del limite delle 2023 battute di lunghezza per i racconti. Vincitrice di questa edizione del contest è Annalisa Semeraro, 30enne di Pezze del Greco (Brindisi), che sta frequentando un master in Organizzazione e gestione delle risorse umane dopo essersi laureata in Giurisprudenza. “Quella del contest mi è subito sembrata una buona opportunità per mettermi in gioco – spiega – e l’incipit proposto mi ha fornito la giusta ispirazione. Spero che dal mio testo traspaia l’idea di base che ho voluto veicolare: la musica e l’arte in generale ci regalano un momento per noi stessi, in cui la mente può astrarsi dalla vita quotidiana e vivere un attimo di leggerezza e di libertà”.
All’interno dell’Agenda 2023 sono presenti tutti i progetti artistici, di formazione e produzione di Teatri di Bari, riconosciuto Teatro di Rilevante Interesse Culturale per il terzo triennio (2022-2024) dal Ministero della Cultura. Punti cardine del TRIC sono il Teatro Kismet OperA, già per decenni a Bari Stabile d’Innovazione per l’Infanzia e la Gioventù e che ha dedicato gran parte della propria attività produttiva, di formazione e programmazione alle giovani generazioni, il Teatro Radar, uno dei gioielli culturali e architettonici della città di Monopoli, riaperto nel 2018 dopo decenni di abbandono, e il laboratorio urbano La Cittadella degli Artisti,a Molfetta, progettualità artistico-culturale attenta in particolar modo ai nuovi linguaggi, luogo dove far dialogare le arti sceniche con un’offerta che comprende anche cinema e danza.
Prezioso come sempre il contributo dei sostenitori di Teatri di Bari, presenti costantemente per tutto l’anno in varie forme e che in occasione del Natale scelgono di essere anche partner del progetto Agenda. Dai Mecenati dei Teatri di Bari con lo strumento dell’Art Bonus – SudSistemi Software, Planetek Italia, Serveco e Progeva – a Confcooperative Bari-Bat, Centro ottico Ruggiero Lavermicocca, AG office automazioni per l’ufficio, Dastech Impianti – impianti elettrici civili speciali ed industriali, Colloqui di Martina Franca, Pasquale Romito Cataldo, Marcotrigiano Costruzioni, Lucidiscena, Idacaffè, Esse Ingegneria, Cartolibreria Futura, Archithesis e Puglia Working Service.
“L’agenda del Kismet è ormai un appuntamento consolidato e atteso dagli spettatori – spiega l’Assessore alle Culture del Comune di Bari, Ines Pierucci – e da tutti noi che sosteniamo il teatro a partire dalla valorizzazione della parola scritta. Il teatro è da sempre narrazione che nasce dalla tradizione orale e rende omaggio alla sua missione sociale”.
“Quello dell’Agenda non è solo un appuntamento atteso – spiega Mariella Pappalepore, Presidente di Teatri di Bari – ma soprattutto un’occasione per raccontare con quali progetti il TRIC Teatri di Bari si fa volàno per il sostegno e la diffusione della cultura sul territorio, con una particolare attenzione ai più giovani. Non a caso a loro è rivolto il contest, che anche quest’anno ha premiato una voce fresca e creativa nel panorama letterario nazionale. Vogliamo che l’Agenda 2023 sia fidata compagna di un nuovo anno di grandi successi e avvenimenti positivi”.
RACCONTO VINCITORE CONTEST 2023 BATTUTE PER UN ANNO DI TEATRO
Sconfinamenti
Incipit di Onofrio Pagone
Il concerto era per piano solo. Buio in sala, un fascio debole di luce sul palco e un filare luminoso di led lungo tutta la tastiera. Il pianista eseguiva sue composizioni e ogni volta, dopo l’applauso che meritava il singolo brano, si dilungava nella presentazione di quello successivo. La parola sconfinava nella musica e la musica nella parola.
Quasi a fine spettacolo, l’artista spiazzò il pubblico: “Questo pezzo non ha ancora un titolo, lascio a voi la scelta. Se qualcuno dopo il concerto vorrà propormene uno, ne sarò lieto”. E raccontò quando e perché aveva composto quel brano. Quindi breve pausa di silenzio; poi la musica prese il sopravvento.
Fu allora che accadde.
Racconto vincitore di Annalisa Semeraro
Accadde a lei. Il pianista suonava e la mente dell’anziana signora vagava. Era seduta composta sulla poltrona bordeaux in terza fila, con le mani rugose, l’età sulle spalle e il cuore affannato. Le accadde di rivedersi fanciulla, all’improvviso. La sua crocchia di capelli bianchi si sciolse piano in una folta e lunga chioma nera, le rughe le si levigarono sul viso. Quella sera si rivide ragazzina, che ballava spensierata ad una sagra di paese 50 anni prima. Le ginocchia non le scricchiolavano più. Le sue labbra disegnarono un sorriso, un sorriso di tenera e dolce nostalgia, mentre le coinvolgenti note del pianista le aprivano le porte della memoria. E se prima la parola sconfinava nella musica e la musica nella parola, ora la musica sconfinava nei ricordi. Accadde a lui, quel lui rimasto in piedi ad ascoltare il concerto, dietro la tenda bordeaux sulla soglia, all’ingresso della sala, quasi a nascondersi. Un cappotto nero, a confonderlo nel buio. Il buio del senso di colpa, lo inghiottiva. Mentre il pianista suonava, gli accadde, per un momento, giusto il tempo di quella melodia, di scordarsi di tutto, della colpa, della vergogna, del suo dolore. Essi si dissolsero nell’aria, come fumo e nulla più. I piedi lo trascinarono in platea, allora si tolse il cappotto nero e si sedette: il maglione giallo brillò nel buio della sala. Accadde a lei, felice e pensierosa nell’ultima fila. Felice lo era davvero. Aveva realizzato il suo più grande sogno. Pensierosa lo era davvero. Proprio ora che il suo desidero si materializzava, se ne era scoperta impaurita. Il porto sicuro o il mare aperto. Le accadde, così, in quel teatro, di immaginarsi farfalla, leggera. Guidata da quella musica, le riuscì per la prima volta di fare un viaggio lontano, con la sua mente e il corpo di farfalla, gustando l’incosciente piacere che si prova a lanciarsi nel vuoto senza averne paura.
Accadde a tutto il pubblico.
Accadeva anche al pianista, ogni volta che intonava quella sonata, di rivedersi bambino, con le manine sul pianoforte, mentre imparava a suonare e consacrava alla musica il suo destino. La musica, che valica i confini del suono e sconfina nei ricordi, nelle gioie, nelle storie della gente, fino a trasportare l’anima altrove, in una dimensione di nuvola. D’un tratto, la voce di un’altra bambina si levò dalla platea. “Sembra una magia!”, esclamò sognante. La sonata ebbe così un titolo: “Magia in Mi minore”.
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